Archivi categoria: Massiccio dell’Adamello

Cima Plem m 3182

Gita alpinistica. Risalendo la Val Malga si giunge al  Ponte del Guat mt 1528 dive si parcheggia,  seguendo  l’itinerario n°23 che passa da Malga Premassone e prosegue per le Scale del Miller si giunge al Rif. Gnutti  mt 2166 ore 1.50.  Si prosegue sempre sul sentiero n 23 fino ad incrociare la segnaletica per il Passo del Cristallo mt 2885  itinerario n 31 su placche e pietraie, si supera un canalino altre pietraie e giunge in vetta ore 5 . Ritorno stesso itinerario di salita ore 10. Ascesa mt 1620 Km 17.3

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Passo di Gole Larghe 2804 m

In una splendida e fredda giornata, siamo partiti dal parcheggio poco sopra il rifugio La Cascata in Val Paghera di Vezza d’Oglio e seguendo il ripido sentiero abbiamo raggiunto il rifugio e il lago Aviolo in poco meno di un’ora.

Da qui, prendendo a sinistra l’ex sentiro 35 ora 1 (Altavia), i primi del gruppo, erano al Passo delle Gole Larghe a quota 2804 alle ore 11.20.

Panorama bellissimo grazie anche all’atmosfera tersa, ma un vento gelido ha un po’ affrettato il proseguimento, scesi per la stessa via nel primo tratto, al bivio con il 35A, il gruppo si è diviso, metà è risalito al passo delle Plate a 2600 m e ridisceso al lago Aviolo passando dalla malga omonima e metà direttamente dalla via di salita.

Sono stati percorsi rispettivamente 13,5 km con 1850 m di dislivello in ore 8.15 e 9 km con 1350 m di dislivello in ore 7.30

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Monte Listino m 2750

Mercoledì 28 settembre 2016: gran giornata autunnale vissuta insieme alla Lega Montagna Uisp di Brescia, compiendo un percorso circolare (molto suggestivo) intorno al Blumone e allo Scoglio di Laione avendo come meta il monte Listino.
Partiamo dalla Piana del Gaver (m 1500 circa),  per l’itinerario n. 26  risalendo la valle del Caffaro su una bella mulattiera, superando il bivacco Blumone e passando anche di fianco ai ruderi di un ex ospedaletto militare. Sbuchiamo, infine, sopra il salto che difende il passo del Termine (m 2334), con numerose e diroccate fortificazione della Grande Guerra. Quindi, incrociamo poco dopo il sentiero n. 1 e continuando diritti, parallelamente alla cresta che scende dal m. Listino (m 2750), lo raggiungiamo alle ore 11.05.
Ritornati all’incrocio col sentiero dell’Alta Via dell’Adamello, lo percorriamo in direzione del passo di Blumone (m 2633): suggestiva è la visione del lago della Vacca, verso il quale scendiamo arrivando alle ore 13.45 al rifugio Tita Secchi.
Sotto la diga dell’invaso artificiale inizia l’itinerario n. 17 che ci porta alla partenza in meno di un’ora e mezza.I vasti panorami, l’asprezza del terreno e i mutevoli aspetti paesaggistici (in primo luogo le elevate rocce del Blumone e del Laione), ne fanno un grande itinerario escursionistico, impegnativo comunque per il dislivello positivo di circa 1500 metri, e per la distanza complessiva da percorrere (km 19).

Monte Laione (m 2757) e Monte Frerone (m 2673)

 

E’ cosi! quando si rinuncia (il mercoledì), per maltempo, il dì seguente la partecipazione è scarsa, essendo ognuno preso da altri impegni. Tanto che ci siamo ritrovati in sei per andare in Bazena, avendo come meta tanto cima Laione che il monte Frerone. Partiamo alle ore 7.30 dal rifugio Tassara (m 1802) avvolti da una fitta nebbia; fortunatamente si dirada allorchè passiamo la sella che immette nella vasta conca dominata dal m. Frerone. Il sentiero è il N. 1: l’Alta via dell’Adamello. Costeggiando il m. Cadino giungiamo al passo di val Fredda (m 2338). Quindi, per una mulattiera pianeggiante, perveniamo al passo della Vacca (m 2335) e al vicino rifugio Tita Secchi. Tenendo a sinistra il lago della Vacca, saliamo tra estese pietraie al passo di Blumone (m 2633) ore 10.30. Nebbia e sole altalenanti conferiscono alla montagna un aspetto severo. Lo sguardo s’allarga (per l’ultima volta) verso le vette circostanti, in primis verso la vicina cima di Laione (m 2757) che raggiungiamo alle ore 11.00.

L’altra meta dell’escursione: il monte Frerone, appare ad alcuni troppo distante ed impegnativa. Tanto che ci dividiamo… (e la cosa non dovrebbe ripetersi perchè non è bello separarsi in montagna). Tre ripercorrono il sentiero verso Bazena, mentre lo scrivente ed Aldo accompagnano “l’irriducibile” Antonio nella nuova e faticosa avventura. Calcando il sentiero Antonioli raggiungiamo cima Galliner (m 2576). Poi lunga discesa sulla mulattiera militare della Grande Guerra fino al passo Forcellino di Mare (m 2191) ore 13.10. Ed ancora verso il rifugio Gheza (m 2087) da dove ripartiamo alle ore 13,30 risalendo le “foppe di Braone” verso il passo del Frerone (m 2447). Ormai avvolti da una fitta nebbia, alle ore 14.52 siamo sul monte Frerone (m 2673). Restiamo solo il tempo di una foto: urge ritornare a valle. Ritroviamo il sentiero N. 1 al passo di Val Fredda e alle 16,30 terminiamo l’escursione a Bazena.

Dislivello positivo (primo gruppo1): m 1000 circa

Dislivello positivo (secondo gruppo) m 1600 circa. Distanza percorsa: km 22 circa. Durata escursione ore 9

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Presanella 3558 m

Due splendide giornate per questa sempre magnifica Presanella.

Parcheggiato nei pressi della Malga Vallina d’Amola (q.2008 m.) dopo Carisolo, abbiamo raggiunto il rifugio Segantini (2373 m), percorrendo 2,5 km con 360 m di dislivello lungo il sent. 211.

Dopo un’allegra serata, la partenza all’alba ci ha offerto spettacolari vedute. Saliti dalla via attrezzata, abbiamo raggiunto la vetta per l’impegnativo ma bellissimo percorso, superando 1260 m di dislivello, ritornando poi dalla stessa via.

Percorsi in totale 16.5 km con 1620 m di dislivello.

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Cima Mattaciul 2845 m e Cima Rovaia 2528 m

A distanza di due anni, quando dovemmo interrompere poco prima della sommità per nebbia e ghiaccio, abbiamo trovato una splendida giornata, che ci ha permesso di bearci del panorama, quasi infinito, che offre questa bella montagna che divide la Valgrande dalla Val Cané.

Partiti dal parcheggio alla fine della strada asfaltata, località Plassacù (1310 m), sopra la frazione Tu di Vezza d’Oglio, siamo saliti per la mulattiera a sinistra, seguendo le indicazioni Cima Rovaia e Museo della Grande Guerra, prendendo dopo poco il sentiero a destra, con le stesse indicazioni.

Il percorso, sale ripido attraversando un grande bosco di larici, alla cui fine si apre un bel paesaggio erboso, dove a quota 2300 m siamo svoltati a destra per visitare il museo all’aperto, ricavato fra le trincee, ancora visibili e ben conservate, proseguendo il sentiero sale con ripidi zigzag a altre installazioni militari e presto inizia la zona pietrosa, dove seguendo i segnavia Cai e i grandi ometti in pietra si raggiunge alla sommità.

Ridiscesi per la stessa via, ma salendo sulla Cima Rovaia (2528 m), aggirata all’andata, poco sotto il museo, seguendo un sentiero, inizialmente in salita a sinistra abbiamo raggiunto Malga Tremonti e con un lungo percorso un po’ a vista con qualche tratto scosceso nel bosco, raggiunto il sentiero n° 3 siamo rientrati al parcheggio, passando da alcuni insediamenti di antica architettura spontanea veramente belli.

Percorsi 20 km in oltre 9 ore con 1750 m di dislivello totale.

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Adamello 3539 m

Approfittando degli unici due giorni di buone previsioni meteo, per il due e tre Agosto (2016), un piccolo gruppo dei Sempreverdi è partito per una salita in Adamello, con pernottamento al Rifugio Gnutti, raggiunto dal ponte del Guat e Scale del Miller.
Il tempo bellissimo, anche oltre le aspettative, ci ha regalato emozioni e panorami indimenticabili.
Partiti alle ore 04.15 Percorso il sentiero 23 fino a fondo valle, con la via attrezzata Terzulli abbiamo raggiunto il Passo Adamello e passando sotto il bivacco Ugolini la vetta in 4 ore e 25 min.

Il ritorno per la stessa via percorrendo in totale 31 km con 2100 m di dislivello.

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Cima Plem 3182 m

Lunga e impegnativa camminata nel bellissimo ambiente dell’Adamello, con le pietrose valli ingentilite dall’erba e dai molti fiori, ma superati i 2800 m l’orizzonte ci è stato nascosto dalle nuvole e non abbiamo potuto goderci il meraviglioso spettacolo che sa offrire questa ruvida cima.

Parcheggiato al Ponte del Guat in Val Malga (1540 m), in pochi minuti si raggiunge Malga Premassone, dove pure c’è parcheggio, ma a pagamento e poco oltre siamo saliti a sinistra per il sentiero 13 che porta al rifugio Tonolini (2467 m), bel panorama della valle e dei laghi Baitone, Rotondo e Bianco, anche se le sommità dell’anfiteatro erano nascoste.

Percorrendo un breve tratto dell’Alta Via n° 1, abbiamo imboccato a destra il ripido sentiero per il Passo del Cristallo (2889 m), dal quale tenendo la sinistra, una traccia ben segnata porta in vetta, dove aspettando inutilmente un’apertura nelle nuvole, dopo picnic e foto siamo ritornati al passo e per il sentiero 31 al rifugio Gnutti (2183 m), dal quale lungo il 23 e le scale del Miller alla partenza.

Percorsi circa 19 km in 10 ore con un dislivello di 1670 m.

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Pian della Regina 2628 m

Abbiamo raggiunto il Pian della Regina esattamente anche due anni fa, nel 2014. Sebbene sia un’escursione che in luglio ha la bellezza di estese fioriture di rododendri, troppo poco tempo è trascorso da allora. Infatti nel nostro programma sta il monte Redival presso il Tonale. Ma, causa maltempo, già il valico alpino sappiamo (internet!) coperto di neve. Così optiamo (strada facendo) per il Pian della Regina da Saviore dell’Adamello. Lasciate le vetture poco prima del caratteristico “Plot Campana”, passando dalla Malga Casentia (m.1843) e seguendo il sentiero Cai n. 85, in meno di tre ore siamo in vetta (m 2628). Sospinti pure da un vento freddo che ha ripulito il cielo, sicchè lo sguardo spazia largo: dal solco della Val Camonica alle Orobie, dalle Alpi svizzere all’imponente e vicina verticale dell’Adamello.

Scendendo da versante opposto, lungo il ripido sentiero n. 93, di fronte abbiamo il Piz Olda (m 2495): è nostra buona abitudine coniugarlo sempre al Pian della Regina. Raggiuntolo, scendiamo verso la Malga Corti per rifocillarci al caldo sole. Quindi, andando un po’ ad intuito nelle sottostanti abetaie, e imboccato un sentiero della Resistenza, raggiungiamo facilmente il punto di partenza. Dislivello positivo m 1350. Distanza percorsa: km 12. Durata escursione: ore 6,45

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Monte Aviolo 2881 m

Per la bella salita sul monte Aviolo, abbiamo trovato una limpida giornata ideale, che ci ha permesso di godere a pieno del vasto panorama sulle Alpi e la valle Camonica.

Lasciate le vetture al parcheggio in località Pozzuolo, sopra Edolo, il percorso inizia seguendo la sterrata a sinistra (traccia 72), fino a incontrare a destra il sentiero n° 34, che sale molto ripido prima nel bosco poi nella pietrosa conca morenica, dove si è circondati dalle maestose creste rocciose dei monti Colmo, Foppa e Aviolo.

Seguendo il percorso, molto ben segnalato, si risale il versante sinistro della conca e superando una piccola lingua di neve tardiva e un paio di tratti attrezzati con catena, siamo arrivati sulla ruvida vetta di granito, impiegando circa 4 ore dalla partenza.

Nella discesa, ripercorrendo lo stesso itinerario nella parte iniziale, giunti al bivio con il sentiero 34A, il gruppo si è diviso, quattro persone hanno preferito tornare alle macchine ripetendo il percorso di salita, mentre le restanti otto, hanno percorso questa via, che con un bel traverso raggiunge il passo Foppa e scende al rifugio Malga Stain e da qui di nuovo a Pozzuolo.

L’escursione, benchè non lunga, è piuttosto faticosa, ma la bellezza di questa ostica montagna ci ha ampiamente ripagato.

Percorsi circa 10.5 km in 8 ore e 30′ con dislivello di 1450 m

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