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MONTE CENGLEDINO mt 2137

Dopo aver abbandonato il fondo valle del Chiese a Breguzzo per salire alla fraz. Limes e alla Località Le Sole, cominciamo a camminare alle 8,30 percorrendo la carrabile asfaltata. Giunti al parcheggio di Le Sole, abbiamo lasciato le auto 1,5 km prima rispettando ( a quanto pare noi i soli) un divieto di accesso, imbocchiamo la bella strada forestale per le malghe Lodranega e Cengalino. Oggi siamo in sedici, ci è regalata un’altra splendida giornata di sole. La strada forestale è dall’inizio con neve ben assestata e manutenuta ( è parcheggiato un “gatto” del comune), sale con dolci pendenze ed ampi tornanti fin alla malga Lodranega. Da qui la salita si fa più ripida prima per stradina nel bosco poi per ripidi prati. Dai ruderi della Malga Camp Antic il gruppo si sgrana per tracce diverse risalendo l’ampia dorsale verso la cima le cui antenne radio sono a tratti visibili ad indicare la nostra meta che raggiungiamo alle ore 11. La neve e consistente circa metà del gruppo non ha impiegato le ciaspole ed in discesa indossa ramponcini. La discesa per lo stesso itinerario fino alla Lodranega dove il grosso del gruppo devia con lungo traverso fino alla Malga Cengalino per poi discendere a Le Sole e alle auto alle ore 15.10. Dislivello 950 m sviluppo 20 Km.

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MONTE GUGLIELMO M 1948

Le previsioni meteo della settimana annunciavano una finestra di bel tempo per stamattina. Alle 8,40 fatichiamo a trovare un posto dove parcheggiare a Pezzoro. Le recenti nevicate , il rischio marcato di slavine sulle Alpi hanno sospinto gli scialpinisti bresciani sul “Discesù”. Siamo partiti tardi; dalla malga Pontogna incontriamo sciatori in discesa, più in alto i pendii sono già decorati da numerose serpentine di discesa, la neve è splendida. Giungiamo in vetta alle 11,20, intorno al “Redentore” pare in corso un vero e proprio affollato raduno. Riconosciamo alcuni nomi illustri dell’alpinismo e di altri sport montani, ma soprattutto incontriamo con piacere molti compagni di passate avventure con cui scambiare programmi e fissare nuovi appuntamenti. Il cielo è di un blù intenso, il notissimo panorama gli Appennini, la corona di cime delle Alpi, i tre laghi è nitidissimo e ci appare vicinissimo, solo la pianura Padana è un poco ovattata. Una novità: qui sotto, la superficie plumbea del Sebino è macchiata da un grande quadrato bianco, le piattaforme in preparazione per il ponte di Christo.

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Il monte Stivo m 2054 (non raggiunto)

Lo Stivo (visto poi a distanza e dal monte Creino), ci confortò il cuore, avendo noi rinunciato a salirlo. Magnificamente illuminato dal sole di mezzogiorno, era come se anche lui dicesse: “Sono troppo carico di neve instabile, oggi no! domani o un’altra volta percorrerete il pendio che avete lasciato a metà”. Così è stato. Giunti a Santa Barbara nel comune di Ronzo Chienis (Trento), gia’ parcheggiammo con difficoltà. La notte aveva depositato un alto strato di neve, tanto che il maltempo ancora indugiava sulle cime delle montagne. Tuttavia, il paesaggio era bellissimo, e le ciaspole al passo “cantavano”, e l’intatto biancore gravava pure sui noccioleti del sentiero, curvandoli. Così, dopo oltre un’ora, prendemmo per il ripido pendio dello Stivo. La traccia era un solco profondo e, passo dopo passo, la neve… un suono preoccupante. Che per i più esperti di noi garantiva… instabilità. Così decidemmo di desistere, volgendo lo sguardo verso i monti Creino e Brugnolo. Messi a poca distanza da Santa Barbara, divennero il nostro tranquillo belvedere sul Lago di Garda e verso lo Stivo, illuminato (come noi) da una precoce primavera.

Dislivello positivo: m 550. Distanza percorsa: 10 km circa

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