Archivi categoria: Alpi di Ledro

CIMA CAPI E CIMA ROCCA

Cima Capi m. 909 e Cima Rocca m.1090.                                                                          Parcheggio auto Biacesa di Ledro (TN), località Sperone  m. 418. Lasciamo le automobili in un comodo parcheggio adiacente al parco giochi. Attraversiamo il piccolo borgo e ci incamminiamo, inizialmente  sul sentiero n°417, per poi seguire il “Sentiero dei Bech,” n°470, che si sviluppa su una superficie boschiva, a tratti con ampia vista panoramica sul lago di Garda.. La via ferrata  Fausto Susatti non presenta particolari difficoltà permettendoci di salire agevolmente fra roccette, resti della linea di difesa Austroungarica e terrazzini panoramici che offrono una piacevole vista del lago e del monte Baldo, dalle cime ancora imbiancate. Superiamo l’ultimo tratto della via aggirando il  grosso masso e in breve  siamo sulla Cima Capi a m. 907. Proseguiamo il nostro itinerario per il sentiero n°405 fino all’incrocio con il segnavia n°460, che percorriamo, attraversando orizzontalmente il versante sud di Cima Rocca, via ferrata Mario Foletti, per raggiungere il Bivacco Arcioni e la vicina Chiesetta di San Giovanni. Continuiamo l’escursione seguendo il “Sentiero delle Gallerie di Cima Rocca” che lasciamo dopo la seconda galleria, per salire direttamente a Cima Rocca a m. 1090. Dalla sommitale scendiamo, lungo la trincea scavata nella roccia,  alla Bocca Pasumer a m. 980. Poi, per sentiero n°405B, fino al  paletto con indicazione “Bochet dei Concoli”che seguiamo, lungo una ripida discesa, che porta al passo di Bochet a m. 1207. Raggiungiamo il parcheggio di Biacesa su CAI  n°417.                                          

Durata escursione h. 06,00

Dislivello positivo D+ m. 1100

Distanza percorsa Km 10,50

CIMA SPESSA

Cima Spessa m.1821 

Parcheggio auto Cascata d’Ampola, si percorre (direzione Storo)la strada SS240 fino a raggiungere il sentiero  n° 443 che conduce al Fastaggio di Sopra. Dal Fastaggio con sentiero n° 444 si raggiungono i Fienili di Spessa e su mulattiera il bivio per Cima Spessa. Dalla cima, a m. 1821, si rientra per la Valle di Lorina.

Distanza percorsa km 21,00

Dislivello positivo D+ m. 1400

Durata escursione h. 06,00

MONTE BREDA M.1504-FORTE DI CIMA ORA M.1539-RIFUGIO BAREMONE M.1450

MONTE BREDA FORTE DI CIMA ORA RIFUGIO BAREMONE

Giro ad anello da Bagolino. Presso località Rive m. 778, svoltiamo a sinistra subito dopo Carè Case e parcheggiamo a bordo strada nelle immediate vicinanze della piccola centrale elettrica. Seguiamo la stradina, per un breve tratto ancora asfaltata, per poi continuare su forestale che abbandoniamo più avanti per sentiero n°405 fino a Dosso Tondo a m. 1182. Voltiamo a destra, in direzione Monte Breda, sul meglio conosciuto Sentiero Baremone che si sviluppa lungo la cresta est della Piana dei Brandi, offrendo ampie vedute del sottostante Lago d’Idro. Raggiunta la sommità del M. Breda, a m.1504, discendiamo la dorsale sud-ovest e attraverso modesti saliscendi, nonché una scala metallica posta a superare un balzo roccioso, raggiungiamo il Forte di Cima Ora a m.1535. Continuiamo su CAI 432 fino a raggiungere il Rifugio Rosa di Baremone a m.1450, dove seguiamo per un breve tratto ii segnavia n° 404 che scende lungo la Valle Lunga per poi voltare a sinistra, su CAI 427 e salire al Passo della Berga a m.1522. Facciamo ritorno a Bagolino passando per la Corna della Berga, m.1359, ora sentiero n°402, una lunga discesa che si snoda lungo la Valle della Berga.

Durata Escursione h.07,20  Ascesa totale m.1350

Distanza Percorsa Km.23,800

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CIMA CAPI M.907 VIA FERRATA F. SUSATTI DA BIACESA (TN)

MONTE CARONE M.1621 PRE’ DI LEDRO (TN)

DA PRE’ DI LEDRO A MONTE CARONE

Escursione al Monte Carone m. 1621 con partenza da Prè di Ledro m.501.

Posteggiate le auto nel parcheggio del piccolo supermercato di Prè di Ledro (TN) attraversiamo la S.S 240 e superato il piccolo borgo ci incamminiamo lungo il sentiero n°421 di Malga Vil. Un sentiero lastricato, con discreta pendenza, trasformatosi più avanti in strada forestale che ci conduce ai Prati di Leano a m.888. Oltrepassata la Valle di S. Antonio lasciamo la carrareccia per seguire una variante contrassegnata con segnavia che in breve ci riporta sulla mulattiera, dal caratteristico passaggio attraverso una stretta gola, per Passo Guil. Raggiungiamo Malga Vil a m. 1109 e poco oltre intercettiamo, alla nostra destra, il sentiero che porta alla sommità del Monte Carone a m. 1621. L’escursione prevede il giro ad anello, pertanto continuiamo per Baita Segala a m.1250 e da qui per Bocca dei Fortini a m.1245. Voltiamo a destra in direzione Lago di Ledro e più avanti, ancora a destra, per la mulattiera che scende lungo la Val Cadrione. Quest’ultima parzialmente praticabile a causa di abeti sradicati e riversi lungo il percorso iniziale. Giunti alla cappella della Madonna del Cinale, a m. 615, ci reimmettiamo sul sentiero n°421 per Prè di Ledro.

Distanza percorsa Km 18,00   Durata escursione h. 06,20

Ascesa totale m. 1190

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Monte Cadria m 2254

A Pieve di Bono (Valle del Chiese – Trento) seguiamo l’indicazione per “Forte Carriola” e poco oltre lasciamo l’auto in località “Disperata” (m 1148 – ore 9:00). Percorrendo una vecchia strada militare austriaca (ora asfaltata) raggiungiamo “Malga Ringia” (m 1398 – ore 9:30) e per sentiero (dalla costante pendenza, tranne una breve deviazione per frana), superiamo la “Pozza del Cadria” e la non molto distante “Malga Cadria” (m 1914 – ore 11:00). Il territorio circostante mostra ancora i segni lasciati dalla “Grande Guerra” del 1915/1918: trincee e ricoveri e pure un (ex) cimitero militare. Il “Monte Cadria” (m 2254) fu un importante ganglio difensivo del fronte austroungarico. La salita non è molto impegnativa, anche se dei tratti sono ora attrezzati con delle corde metalliche. Così alle 11:00 esatte siamo in vetta, dove dal versante del “Lago di Ledro” sale la nebbia, mentre una buona visibilità a occidente lascia intravedere il “Carè Alto” e il “Re di Castello”. Per la discesa prendiamo il sentiero n. 423, che in cresta percorre i ricoveri e i solchi delle trincee, terminando per noi presso la “Malga Cadria”. E per lo stesso itinerario dell’andata concludiamo l’escursione alla “Disperata” alle ore 15:15.
Dislivello positivo: m 1067. Distanza percorsa: km 17 circa. Durata escursione: ore 6:15

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Dos de Laven m 1885

Nella Valle del Chiese, superata Condino (Trento), prendiamo decisamente a salire verso il piccolo borgo di Brione (m 896 slm). Poi ancora sull’asfalto in direzione del “Dos le Rocche”, fino ad incontrare uno spolvero di neve fresca che ci consiglia di lasciare l’auto (ore 9.20). Ad un bivio (con indicazioni su tavole di legno), ci dirigiamo verso Malmarone. Per il “Dos de Laven” abbiamo delle labili indicazioni reperite in internet. Tuttavia, non riusciamo a concretizzarle sul terreno molto innevato in una direzione certa, mancando pure ogni minima indicazione sentieristica. In questo modo ci troviamo (oltrepassata la località  di Gabiole) abbastanza spaesati, riuscendo però a scorgere, su una applicazione del palmare, l’esistenza di una traccia, detta: “Lagasoi”. Piuttosto che rinunciare all’escursione ci fidiamo di tale tracciato e dopo otto km finalmente, dalle fitte abetaie, emerge la bella e solitaria sagoma del “Dos de Laven” (m 1885). Così, rinfrancati e felici della scoperta e pure grati al tempo splendido, siamo presto in vetta (ore 12.40), magnificati anche dal grandioso panorama.

Per il ritorno, ai piedi del dosso seguiamo la traccia lasciata da chi ci ha preceduto in vetta per l’itinerario breve, e già  alle 14.20 siamo all’auto.

Dislivello positivo: m 900 circa. Distanza percorsa in salita: km 9. Distanza percorsa in discesa: km 5. Durata escursione: ore 5

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Cima PISSOLA m 2062

Dalla Valle del Chiese e passanda per Castel Condino (Trento) saliamo a BONIPRATI, una frazione alta di questo paese. Da lì una innevata e diritta rampa di prati e lariceti ci accompagna in cima alla PISSOLA (m 2062), che fu un caposaldo italiano durante la Prima Guerra Mondiale. Infatti, intorno alla vetta sono ancora ben visibili trincee e manufatti militari. Una croce e un osservatorio segnano l’arrivo di questo tracciato, che non ha bisogno di molte descrizioni, essendo conosciuto e frequentato da tanti escursionisti. I SEMPREVERDI ci ritornano dopo cinque anni. Fu un giorno di sole come oggi e facile da ricordare nel trascorrere del tempo: 12/12/12 Dislivello positivo: m 950. Distanza percorsa: Km 11.5. Durata escursione: ore 5

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Cima Parì (m 1990) e Cima d’Oro (m 1802)

Giunti a Mezzolago nel Comune di Ledro (Trento) e lasciata l’auto nel parcheggio del piccolo paese lacustre, ci incamminiamo (ore 8.00) seguendo le indicazioni per Dromaè, Cima d’Oro. Raggiunta la sterrata che sale per le “Coste di Salò”, la abbandoniamo presto per il boscoso “Sentiero Botanico”, ricco d’alberi e di splendidi colori autunnali. Poi, incrociata di nuovo la sterrata giungiamo alla località “Sella” (m 1425 – ore 9.40) dalla quale è ben visibile l’intero Lago di Ledro. Da lì inizia il “Sentiero austroungarico”, con resti di trincee della “Grande Guerra 1915-1918”. Il vecchio itinerario militare austriaco è tortuoso, con postazioni e manufatti scavati nella roccia, al cui termine sorgeva “l’Osservatorio”, ora una gran croce (m 1680 – ore 10.30). La “Cima d’Oro” (m 1802) è ormai visibile e seguendo ancora i trinceramenti la raggiungiamo alle ore 10.45. Dopo una breve sosta, con nebbia e vento, proseguiamo in discesa lungo un crinale erboso verso la “Bocca Dromaè” (m 1680 – ore 11.25). Quindi, deciso di salive direttamente da lì verso “Cima Pari” seguendo una labile traccia, siamo alla croce sommitale (m 1990) alle ore 12.10. Tira un forte e freddo vento che decidiamo subito di scendere verso la “Bocca di Saval” (m 1739), trovando riparo (per uno spuntino) presso la “Malga Saval”. Ora il nostro cammino è tutto in discesa. Il sentiero n. 454 porta a Pieve di Ledro, ma alla “Sella di Monte Cocca” si stacca una diramazione per Mezzolago. Poche decine di metri dista l’imprevista cima (m 1404), che dall’alto di quella abbiamo avuto l’ultimo panorana lacustre e le ultime foto della nostra escursione. Mezzolago (da dove siamo partiti) lo raggiungiamo alle ore 15.00.

Dislivello positivo: m 1700 circa. Distanza percorsa: km 17 circa. Durata escursione: ore 7

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Creste di Concei

Già la strada della valle di Ledro, anticipa un’escursione che non può essere meno che affascinante, ma quanto ci attendeva era di più, con pure il corollario delle ultime stelle alpine.

Raggiunto l’abitato di Lenzumo, abbiamo portato una vettura in prossimità del rifugio Faggio e con le altre abbiamo raggiunto il nostro punto di partenza sotto malga Trat (1450).

Da qui, prima al rifugio Pernici (1600), per una bella strada nel bosco, poi si è iniziato lo stupendo percorso in cresta, con colori autunnali e scorci panoramici indimenticabili.

Lungo il cammino abbiamo valicato il Corno di Pichea (2138), il Monte Tofino (2151), la Bocchetta de Slavazi (2048), la Sella Doss della Torta (2100), il Dos de la Torta (2156), il Monte Gavardina (2047), la Bocca Dell’Ussol (1878) sotto la commovente chiesetta nella grotta difensiva della Grande Guerra, la Sella di Lomar (1600) e da qui siamo scesi al rifugio Faggio.

Percorsi 15,5 km in 6 ore e 20 minuti con dislivello complessivo di 1150 m.

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