Da Sommaprada si segue la strada sx che porta ad uno spiazzo dove si parcheggia si inizia a salire in direzione della chiesetta di S. Cristina, poi si prosegue su sentiero n° 81 che sale ripidamente. Giunti al palo con segnalazioni si attraversa a dx e si sale un ripido canale (trovata neve) , qui l’escursione diventa impegnativa, si raggiunge la cresta per poi salire alla vetta ore 3.30. Discesa nella valle tra Cima Bacchetta e monte Vaccio molto ripida poco segnalata ore 8. Ascesa mt 1700 Km 15
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Ricordo del nostro amico Gianni
Cima Plem m 3182
Gita alpinistica. Risalendo la Val Malga si giunge al Ponte del Guat mt 1528 dive si parcheggia, seguendo l’itinerario n°23 che passa da Malga Premassone e prosegue per le Scale del Miller si giunge al Rif. Gnutti mt 2166 ore 1.50. Si prosegue sempre sul sentiero n 23 fino ad incrociare la segnaletica per il Passo del Cristallo mt 2885 itinerario n 31 su placche e pietraie, si supera un canalino altre pietraie e giunge in vetta ore 5 . Ritorno stesso itinerario di salita ore 10. Ascesa mt 1620 Km 17.3
Pizzo Tre Signori m 2553
Superato il centro di Ornica (parcheggio) si risale la Val d’Inferno itinerario n 106 che passando da La Casera mt 1415, Baita Ciarelli mt 1629, Baita Predoni mt mt 1800 sale alla Bocchetta d’Inferno mt 2306 ore 3. Da qui la salita diventa più impegnativa roccette e tratti di nevaio portano in vetta ore 3. Discesa stesso itinerario Ascesa mt 1600 Km 15 ore 7
Pizzo Tornello m 2687
Parcheggiato accanto alla Chiesa di Vilmaggiore si segue itinerario n 432, poi il n 412 sale al Lago Varro mt 2236 ore 2.20, si prosegue su tratti di neve che creano qualche difficoltà per seguire il sentiero per la vetta raggiunta dopo 3 ore e 45. Discesa al Lago Varro e qui a dx per il Lago Cornalta mt 2181 e da qui rientro in Valle Tino a Vilmaggiore ore 7.35. Ascesa mt 1650 Km 14.5
Ferrata Gerardo Sega
Testo di Andrea
Da Avio si seguono le indicazioni per Monte Baldo, sul primo tornante piccolo parcheggio con tabellone turistico, da qui per sentiero e vecchia mulattiera si sale nel bosco per l’itinerario n 652 fino ad un bivio e si segue il sentiero n 685 che porta all’attacco della ferrata, in ore 1.30.
Si inizia con facili roccette , una scala e poi per cenge si sale interrotti da tratti di boscaglia, che portano al tratto finale, il più ripido, l’uscita nel bosco e poi nei prati (ore 3.30).
Il rientro, seguendo una carrareccia con indicazione per Avio e poi per la Madonna della Neve, si continua per un tratto su asfalto, fino all’imbocco del sentiero a sx n 653, che riporta nella Valle dei Mulini.
Ore 6.00, ascesa mt 950, Km 14, Tempo sereno.
Ferrata Carbonari e Grignone m 2409
Dal parcheggio di Vò di Moncodeno m 1440, a pagamento 2 Euro, seguiamo il sentiero n 24 che sale alla Bocchetta di Prada m 1626 e si continua per il Rifugio Bietti . Si prosegue per la Bocchetta di Val Cassina m 1823 dove inizia la Via ferrata. La Via ferrata inizia con una parete verticale attrezzata con scala, si prosegue sulla cresta con tratti attrezzati e sentiero, molto utile il casco è facile far cadere sassi, troviamo un paio di attraversamenti ancora innevati, per poi terminare alla Bocchetta di Releccio m 2259. Da qui per il sentiero n 25 saliamo al Rifugio Brioschi e alla vicina vetta del Monte Grignone 2409 ore 5. Discesa per l’itinerario n 25 ancora innevato che porta al rifugio Bogani m 1816 e da qui rientro al parcheggio Vò di Moncodeno ore 7.30.
Ascesa totale m 1350 Km 14.5 ore 7:30
Ferrata Corno del Bene (m 1695) Monte Guglielmo (m 1949)
In quindici ci siamo ritrovati a Zone (Bs), chi per il Gölem (m 1949) e chi per la ferrata “Corno del Bene” (m 1695). Già dei Sempreverdi avevano affrontato questo torrione del nostro monte di casa, ma stavolta la scelta è corale e commisurata alle possibilità di ognuno. Cosi, sette coraggiosi sono per la ferrata e sette per la vetta. Solo io resto nei pressi per filmare, col dubbio che, essendo la parete all’ombra, il risultato sarà di bassa qualità. La scalata, durata circa un’ora, l’ho condensata nei pochi minuti del video allegato. Ma questi minuti bastano per far vedere il “coraggio” di chi l’ha affrontata: altre parole non servono.
Per la vetta del Gölem: Dislivello positivo: n 1200 circa Distanza percorsa: km 14
Corna Camozzera 1452 m
Escursione alla CORNA CAMOZZERA (m 1452) che, inizialmente in forse per maltempo, finisce con soddisfazione di tutti in una gran prateria di narcisi spontanei. Partiamo alle ore 8.20 da FORCELLA ALTA di Costa Valle Imagna (Bg) per il sentiero ben segnalato n. 571, superando roccoli abbandonati e un ex convento, fino al “Passo del Pertus”. Dove l’itinerario si biforca e noi prendiamo il sentiero n. 588 per l’anticima del Monte Ocone, l’Ocone e la CORNA CAMOZZERA: bello, vario, a tratti per esperti e panoramico (quando le nebbie si diradano), sulla Valle Imagna a destra, e a sinistra sul Lecchese. Lasciata la Corna proseguiamo sempre in cresta verso “La PASSATA”, dove inizia anche il sentiero per la Cima Quarenghi del Resegone. Lì terminava il sentiero n. 571 abbandonato al “Passo del Pertus”. Così, attraverso di esso, ritorniamo al punto di partenza dopo esserci immersi nella bellezza inaspettata di una prateria fiorita. Dislivello positivo: m 600 circa. Distanza percorsa: km 8.5. Durata escursione: ore 5.10
La Corna Camozzera l’abbiamo scoperta grazie al sito: PIEROWEB.
Ferrata Favogna 1163 m
Questa gita è iniziata e terminata in modi inusuali quanto piacevoli. Abbiamo sbagliato strada e raggiungendo il punto di rientro anziché di partenza, ma la squisita cortesia di due giovanotti del posto, che ci hanno accompagnato all’attacco caricando gli zaini sul loro mezzo, ci ha permesso di lasciare un’auto ed evitare una lunga camminata.
La ferrata Favogna inizia sulla strada fra Roveré della luna e Magré, con un breve ripido sentiero, che offre subito splendidi panorami sulla grande piana Rotaliana e sull’Adige, ma è solo l’inizio di un percorso che stupisce ogni volta che lo sguardo esce da uno spigolo o un canale, il fortissimo vento e la giornata limpida hanno reso la salita ancora più entusiasmante.
Terminata la parete, il sentiero entra in un magnifico bosco di faggi verde di un luminoso delle nuove foglie, poi in un piccolo gruppo di case caratteristiche e scendendo a sinistra si giunge al laghetto di Favogna e poco distante si trova una piccola straordinaria antica pieve in un paesaggio da favola.
Tenendo ancora la sinistra indicazioni per Roveré e valle Inferno ci hanno riportato a valle con un bel sentiero nel verde.
Qui la seconda sorpresa: ci stava attendendo il cugino di un nostro compagno, che assieme alla cortese moglie ci ha ospitato, con un generoso spuntino dolce, Pinot grigio e Teroldego di loro produzione di notevole qualità e visitina in “caneva” per un ultimo assaggio di Schiava.
Percorso circa 10 km con 950 m di dislivello in 5.30 ore.