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Pian della Regina 2628 m

Abbiamo raggiunto il Pian della Regina esattamente anche due anni fa, nel 2014. Sebbene sia un’escursione che in luglio ha la bellezza di estese fioriture di rododendri, troppo poco tempo è trascorso da allora. Infatti nel nostro programma sta il monte Redival presso il Tonale. Ma, causa maltempo, già il valico alpino sappiamo (internet!) coperto di neve. Così optiamo (strada facendo) per il Pian della Regina da Saviore dell’Adamello. Lasciate le vetture poco prima del caratteristico “Plot Campana”, passando dalla Malga Casentia (m.1843) e seguendo il sentiero Cai n. 85, in meno di tre ore siamo in vetta (m 2628). Sospinti pure da un vento freddo che ha ripulito il cielo, sicchè lo sguardo spazia largo: dal solco della Val Camonica alle Orobie, dalle Alpi svizzere all’imponente e vicina verticale dell’Adamello.

Scendendo da versante opposto, lungo il ripido sentiero n. 93, di fronte abbiamo il Piz Olda (m 2495): è nostra buona abitudine coniugarlo sempre al Pian della Regina. Raggiuntolo, scendiamo verso la Malga Corti per rifocillarci al caldo sole. Quindi, andando un po’ ad intuito nelle sottostanti abetaie, e imboccato un sentiero della Resistenza, raggiungiamo facilmente il punto di partenza. Dislivello positivo m 1350. Distanza percorsa: km 12. Durata escursione: ore 6,45

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Monte Aviolo 2881 m

Per la bella salita sul monte Aviolo, abbiamo trovato una limpida giornata ideale, che ci ha permesso di godere a pieno del vasto panorama sulle Alpi e la valle Camonica.

Lasciate le vetture al parcheggio in località Pozzuolo, sopra Edolo, il percorso inizia seguendo la sterrata a sinistra (traccia 72), fino a incontrare a destra il sentiero n° 34, che sale molto ripido prima nel bosco poi nella pietrosa conca morenica, dove si è circondati dalle maestose creste rocciose dei monti Colmo, Foppa e Aviolo.

Seguendo il percorso, molto ben segnalato, si risale il versante sinistro della conca e superando una piccola lingua di neve tardiva e un paio di tratti attrezzati con catena, siamo arrivati sulla ruvida vetta di granito, impiegando circa 4 ore dalla partenza.

Nella discesa, ripercorrendo lo stesso itinerario nella parte iniziale, giunti al bivio con il sentiero 34A, il gruppo si è diviso, quattro persone hanno preferito tornare alle macchine ripetendo il percorso di salita, mentre le restanti otto, hanno percorso questa via, che con un bel traverso raggiunge il passo Foppa e scende al rifugio Malga Stain e da qui di nuovo a Pozzuolo.

L’escursione, benchè non lunga, è piuttosto faticosa, ma la bellezza di questa ostica montagna ci ha ampiamente ripagato.

Percorsi circa 10.5 km in 8 ore e 30′ con dislivello di 1450 m

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Cima Presena 3068 m

Prima camminata in alta quota, sulla facile Cima Presena, in una giornata dove sole e nubi si sono contesi la scena, ma con temperatura ideale e fresca brezza per tutto il percorso, salvo brevissime ventate fredde.

Superato il Passo Tonale di un km circa verso Vermiglio, si svolta a destra e si trova un buon parcheggio sulla sterrata, in corrispondenza del cartello di divieto a proseguire, si segue la strada coincidente con la traccia 281, che superata la galleria percorre la bellissima e fiorita Val Presena e porta ai resti del villaggio militare, con i suoi muri a secco che si confondono perfettamente con le rocce. Tenendo il sentiero di sinistra, siamo giunti alla ex Capanna Presena, dov’è ancora aperto il cantiere del nuovo albergo, da qui siamo risaliti lungo la pista alla stazione di arrivo al Passo Presena della nuova funivia e superati gli ultimi 80 m su neve abbastanza consistente, in vetta.

Per la discesa abbiamo percorso lo stesso itinerario, con la sola variante di passare dal passo Paradiso.

Percorsi 17 km con un dislivello di 1250 m in 07 ore e 30′, utilizzati piccozza e ramponi.

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Pizzo Arera m 2512, Bocchetta di Corna Piana, Passo del Branchino.

Lunga Camminata, sul Pizzo Arera e dintorni, in una bella giornata con temperatura ideale e salita asciutta, senza neve tardiva sul percorso.

Parcheggiato a pagamento all‘Alpe Arera, Zambla alta, distributore automatico all’inizio della salita, abbiamo raggiunto Capanna 2000 col ripido sentiero e da qui, seguendo la chiara traccia, in poco più di due ore, in vetta, avvalendoci del breve tratto attrezzato.

Discesi per la stessa via e considerando il molto tempo ancora a disposizione, con un cambio di programma, abbiamo percorso il sentiero dei fiori, passando dalla bocchetta di Corna Piana fino al passo del Branchino, in un idilliaco panorama alpestre, ritornando poi sulla traccia 222 alla capanna 2000 e alle vetture.

Sulla strada del ritorno, poco sotto l’Alpe, ci siamo concessi un po’ di tempo, nella Cattedrale Vegetale di Giuliano Mauri, luogo magico, monumento alla natura nella natura.

Percorsi 13.5 km in 7 ore e 30′ con sislivello totale di 1360 m.

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Santa Maria del Giogo

Malgrado lo spostamento della giornata abituale per maltempo, durante la strada per il programmato Pizzo Arera, , nuvolone minacciose ci hanno consigliato un ripensamento, ma anche la seconda scelta sulla Corna Trentapassi è “naufragata” in un bell’acquazzone.

A questo punto il gruppo si è diviso, due optano per una gita ciclistica e quattro temerari partiti da Provaglio, passando per Madonnina, Fedrighì, Punta dell’orto e Cappuccio raggiungono con una lunga camminata Santa Maria del Giogo sopra Sulzano, dove l’accogliente trattoria serve birra e un magnifico piatto di tagliatelle al salmì di selvaggina .

Il percorso è stata anche l’occasione per ammirare dall’alto The Floating Piers di Christò, grande evento sul lago d’Iseo, di risonanza mondiale.

Ritorno a Provaglio, per Nistisino, Portole, Pollai, Balota del Coren e Madonnina.

Percorsi 27 km con 1200 m di dislivello, in 9 ore e 30′.

(Testo di Aldo)

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Eremo di San Glisente da Montecampione

Robusta camminata sulle belle prealpi camune, iniziata sotto un variopinto e movimentato cielo, con sole e nubi che cambiavano alternativamente lo scenario della natura come in un teatro, ma terminata sotto una discreta pioggia, che comunque nulla ha tolto al piacere della gita e della compagnia.

Raggiunto l’insediamento di Montecampione 2 e lasciate le vetture, siamo risaliti lungo la pista alla Stanga di Bassinale (1897 m), seguendo il 3V via bassa, siamo passati da malga Rossello di sopra, malga di Rossellino e in prossimità del bivacco Bassi, abbiamo seguito a sinistra la traccia 80, che passando sotto il monte Fra, raggiunge la colma di San Glisente (2151 m) e il bellissimo Eremo di San Glisente (1956 m). L’eremo è appoggiato su una verde collina con una bellissima vista ed è interessantissima e commovente l’antica cripta del Santo, con le sue quattro esili colonne sormontate da rozzi capitelli, prfettamente proporzionati, luogo perfetto all’idea di serenità.

Lasciato l’eremo siamo scesi alla sottostante ca del Pastore, ma compreso che non era il percorso giusto siamo risaliti dai prati riguadagnando il sentiero 80 e ripassando dal Bassi siamo ritornati a Montecampione per la stessa via.

Percorsi 25 km in 7 ore e 45′ con dislivello totale in salita di 1235 m.

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Intorno all’Alpo senza raggiungere la “Sella di Caplone”

Abbiamo scelto le alture vicine al Lago d’Idro perchè meno interessate dalla persistente pioggia di questi giorni.

Da Bondone di Trento (ore 8.25), percorrendo il “Sentiero Antonioli, abbiamo raggiunto la località Alpo (ore 9,50) avendo come destinazione  la “Sella di Caplone”, per poi valutare il da farsi. Tuttavia, sbagliando strada, ci siamo lungamente inoltrati nella direzione opposta per la “Strada Spessa”, deviante verso Storo. Scoperto l’errore e ritornati all’Alpo (ore 11.20), dopo lo spuntino e la foto ricordo abbiamo preso la carrozzabile per ritornare a Bondone, essendo le creste del Caplone già interessate da piovaschi. Cosicchè poco oltre abbiamo trovato i cartelli giusti, indicanti… la nostra meta.

Dislivello positivo: m 800 circa. Distanza percorsa: km 15 circa. Durata escursione: ore 5.

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Timogno (2096 m) e Benfit (2172 m)

Dirigendosi verso Oltresenda Alta, da villa d’Ogna, si arriva alla graziosa frazione Valzurio, che all’ingresso presenta la bella facciata della chiesa di Santa Margherita, circondata da un accogliente porticato e si ha la sensazione di entrare in un mondo diverso, antico e idilliaco.

Proseguendo oltre, a un km c’è il gruppo di case Spinelli, dove abbiamo parcheggiato.

Da qui abbiamo seguito la sterrata per Colle Palazzo, presto abbandonata per risalire verdissimi prati e percorrere la cresta verso nord che si apre su panorami stupefacenti, su tutta la valle e la maestosa Presolana a destra.

Si passa dalla baita alta di Remescler, ci sono dei curiosi vani interrati forse utilizzati un tempo per ricovero di animali o stagionatura, da qui si risale a sinistra il lungo pendio erboso, costellato di genziane e genzianelle dal blu intensissimo, fino cima Timogno e col sentiero in cresta, si arriva facilmente al Benfit poco più alto.

Proseguendo a nord, simo scesi, lungo la cresta, che si fa un po’ più impegnativa, al passo degli Omini e superata la sovrastante collina abbiamo tagliato a destra direttamente per i prati fino alla baita alta Verzuda, baita bassa Rigada e case del Moschel, dove per errore siamo entrati in uno splendido bosco di faggi sul torrente Ogna, con grandi massi ricoperti di muschio, che creano un’atmosfera da Terra di Mezzo e ci si aspetterebbe di veder sbucare un troll da dietro un albero.

Recuperara la sterrata siamo rientrati alle case Spinelli.

Percorsi 16.5 km in ore 06:40 con 1300 m di dislivello.

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Ferrata Gamma 2 – Monte Resegone 1875 m

Ferrata decisamente impegnativa, ma dal fascino indiscutibile, per il panorama sulla città di Lecco e per le severe pareti rocciose che ci circondano durante tutta la salita, con scorci vertiginosi fra gole e ripidi canali.

Entrando in Lecco da Caloziocorte, in prossimità dell’ospedale si entra nella galleria Valsassina, seguendo poi le indicazioni per i Piani d’Erna, si arriva all’ampio parcheggio della stazione di partenza della funivia.

Per la descrizione tecnica della ferrata consigliamo l’ottimo sito “vieferrate.it”, ma a nostro giudizio, aumenteremmo un po’ le valutazioni di difficoltà tecniche e impegno fsico, mentre per la bellezza di queste montagne e l’emozione provata, rimandiamo alle immagini del nostro album fotografico, anche se purtroppo, la giornata poco limpida ci ha defraudato di parte del piacere.

Raggiunto il rifugio Azzoni e la vetta, picnic commenti e facezie, come si conviene alla nostra allegra compagnia, poi ritorno alla stazione d’arrivo della funivia seguendo il sentiero 1, bello e molto panoramico, dove non ci siamo fatti mancare qualche foto da finti temerari, su una curiosa roccia a sbalzo.

Percorso 9,5 km in 6 ore e 30 con dislivello totale di circa 820 m

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Ferrata Rino Pisetta (Dain Picol 970 m)

Per questa impegnativa, ma spettacolare ferrata, che regala viste stupende sulla valle del Sarche e sul lago di Toblino, non potevamo trovare giornata più luminosa e stagione migliore.

Parcheggiato davanti la bocciofila di Sarche, c’e subito l’indicazione per la ferrata e dopo circa 45 min di sentiero, ripido e ben segnalato, ci si trova alla targa di dedica a Rino Pisetta.

L’attacco è tosto, quanto promette osservandolo, poi nel percorso si alternano tratti semplici e tratti impegnativi, ma la fatica è sicuramente compensata dal paesaggio e dalla bellezza di queste pareti.

Al termine, ci si riposa su un balcone che domina tutta la valle con vista su vicine cime verdissime e innevate in lontananza, c’è pure una romantica panchina.

Anche il sentiero di discesa è stato una bella sorpresa, inizialmente in bosco ombreggiato, sbocca in una piana verde davanti al graziosissimo paese di Ranzo, proseguendo la discesa per la carreggiabile, si incontrano indicazioni per un sentiero ciclabile immerso nel verde e di nuovo la strada. Seguendo le indicazioni Sarche, ci si trova a percorrere un buon tratto di sentiero a mezza costa, con continui stupendi scorci sul lago di Toblino, che si ricongiunge al sentiero della ferrata.

Percorsi 8 km con 850 m di dislivello totale i 6 ore.

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