E’ dolce restare uniti a chi ci ha lasciato attraverso il loro sorriso e la loro allegria
Video di Eligio
Giunti a Cornalita (frazione alta di San Giovanni Bianco in Val Brembana), lasciamo l’auto nei pressi di una fontana/lavatoio [ore 8.35]. Poco distante inizia il nostro sentiero che abbandoniamo (verso destra) giunti davanti a un crocifisso. Il nuovo itinerario sale tra rocciosi torrioni prendendo il nome di “Passo lumaca”. Che, ripido, selvaggio e a volte protetto da funi di acciaio, dopo molto dislivello raggiunge “Baita Carlo” [ore 10.05]. Ripresa la salita nel bosco di faggi, guidati da radi bolli bianchi, raggiungiamo “Baita del Sornadello” a 1370 metri s.l.m. [ore 10.45]. Passati alcuni capanni di caccia velocemente raggiungiamo la croce del “Pizzo Grande” a metri 1574 [ore 11.15]. Firmato il libro di vetta e ammirato dal vasto panorama sommitale, non prendiamo il sentiero sotto la croce perchè ripido e innevato. Ma ritorniamo verso la Baita Sornadello, deviando a sinistra per la sottostante stalla [ore 11,55]. Dopo una sosta, riprendiamo a scendere per altro sentiero e per ripidi canaloni: passando alcuni ruderi (Gioana Bela?) raggiungiamo Cornalita [ore 13.40].
Dislivello positivo: m. 1070. Distanza percorsa: km 10. Durata escursione ore 5 e 10″.
Il 2015 dei Sempreverdi si chiude in bellezza, su una delle più famose montagne lombarde, in una giornata di cielo blu e vento frizzante.
Poco dopo Ballabio, lungo la provinciale 62 Valsassina, si svolta a sin. E con una stretta sterrata si raggiunge la chiesetta del Sacro Cuore, dove è facile parcheggiare.
Da qui parte il sentiero 31/32, si raggiunge il rifugio Antonietta al Pialeral, poi, proseguendo per la ripida via invernale 31, si incontra il bivacco Riva-Girani, si raggiunge la cresta e si prosegue per la croce di vetta a pochi metri dal rifugio Brioschi.
Sosta per spuntino e per goderci l’impagabile vista sul lago e le scoscese pareti di quel lato, curiosa l’originale chiesetta di vetro posta sul piccolo poggio alle spalle del rifugio.
Per il ritorno abbiamo percorso la via estiva 33 che si ricongiunge alla 31 poco sopra il Pialeral.
Percorsi 13 km in 7 ore con dislivello di 1600 m.
Camminata molto bella sul ripido Monte Secco, affascinante cima orobica.
Partiti da Cerete di Ardesio, si raggiunge la località Cacciamali, su strada cementata, poi seguendo la traccia 264 del giro delle baite verso destra, si arriva alla Baita Superiore, dove salendo ancora verso destra ci si porta sulla dorsale, che con un sentiero in alcuni tratti molto esposto, ma con viste stupende, conduce alla sommità a 2267 m.
Percorrendo il crinale, si passa dalla Cima Vaccaro di 1957 metri, sulla quale si trovano una piccola croce, un alberello metallico commemorativi e un interessante indicatore tubolare, delle vette circostanti.
Proseguendo, dopo circa 600 m, si incontra un cartello in legno che indica a sinistra “Giro baite Monte Secco n° 264”, con la meritata raccomandazione “per EE”, che riconduce alla località Cacciamali, inizialmente su prati scivolosi a forte pendenza e poi in un bel bosco di faggi.
Percorsi 12.5 km con 1540 m dislivello in 6 ore e 45′.
Ancora una bella e mite giornata d’inverno, che ci ha permesso una lunga camminata sulle creste e fra i boschi del monte Resegone.
Dalla località Carevi Alti a Valsecca (valle Imagna), abbiamo imboccato il sentiero n° 575 fino alla Passata, a destra inizia la salita delle creste col sentiero 571, che raggiunge cima Quarenghi a m 1659, da dove proseguendo, con una discreta serie di saliscendi, ma attraverso paesaggi stupendi, si arriva al rifugio Azzoni e alla cima Cermenati di 1875 m, vetta del Resegone.
Per il ritorno, ancora il sent. 571, tenendo alle spalle il rifugio fino a un bivio, dove svoltando a destra sul 587, si entra in un bellissimo bosco di faggi, si passa dal nuovo rifugio Resegone e al passo La Porta, con il sent. 586, sempre fra i faggi, si ridiscende a Valsecca.
Percorsi 14.6 km con 1530 m di dislivello, in 06:45 ore.
Bella gita sulle Orobie in una nuova splendida giornata di dicembre.
Raggiunto Zorzone da Oltre il Colle, poco fuori dall’abitato, indicazione “sentiero Menna” a sinistra, inizia il sentiero Cai 234, che porta prima alla cascina Mattuida, poi al bivacco MAGA Palazzi. Da qui, siamo saliti in vetta, dalla facile cresta, incontrando un numeroso gruppo di camosci e godendoci il magnifico panorama, con Alben e Arera in primo piano e l’intero arco alpino a perdita d’occhio.
Ridiscesi al bivacco, per non farci mancare niente, abbiamo raggiunto con una piccola deviazione la cima Chignol d’Aral di 2068 m.
Iniziato il ritorno ripercorrendo il sentiero della salita, si incontra un bivio con una deviazione a sinistra, che ci ha portato sotto degli spettacolari e inquietanti torrioni di roccia, poi attraverso un folto bosco di conifere con percorso vita al punto di partenza.
Percorsi 12.3 km in ore 06:15 con dislivello di 1350 m.
Monte Cancervo m 1835 e Monte Venturosa m 1999
Nuova bellissima gita sulle Orobie, in una incredibile giornata primaverile, il due dicembre, si sono viste primule e pervinche.
Partiti dalla frazione Pianca di San Giovanni Bianco (Bg), seguendo la traccia 102, attraverso un bel sentiero fra rocce e faggi, abbiamo raggiunto il monte Cancervo, da dove, scendendo dal versante opposto e superato il passo di Grialeggio (1690 m), abbiamo guadagnato la cima del Venturosa dal fianco ovest.
Da qui, preso il sentiero sud, siamo passati dalla bella baita di Giacom, poi, ancora dal passo di Grialeggio e a sinistra verso le Foppelle, seguendo il sentiero 136 fino alla strada asfaltata, che ci ha riportato al punto di partenza.
Percorsi 14.5 km in 6 ore e 30 con dislivello di 1400 m.
Gita tranquilla e piacevole, salendo dal sentiero 403 dalla frazione Carbonera di Colere, abbiamo raggiunto il Rifugio Albani a quota 1940, in prossimità delle antiche miniere di fluorite, da qui lungo il 401 siamo saliti in vetta al Ferrante, trovando il percorso sgombro da neve, malgrado la temperatura sottozero. L’aria limpida anche se con cielo velato, ci ha concesso panorami profondi, particolarmente belle la parete nord del Guglielmo innevata, che sbucava dalla nebbia e la vicinissima parete nord della presolana.
In discesa, una deviazione per salire sul Ferrantino a quota 2325 e dopo una sosta allo chalet dell’Aquila, siamo rientrati a Carbonera percorrendo il tracciato delle piste, completamente prive di neve.
Percorsi 13 km in 6 ore e 30 con dislivetto totale di 1450 m.
Questo incredibile Novembre, ci ha regalato una giornata limpida e calda per la nostra salita sulla bella cima Moren. Partiti dalla chiesetta di San Fiorino (m 980) a Borno, con il sentiero 82 abbiamo raggiunto malga Moren, da qui con la traccia 82B abbiamo raggiunto al vetta e ci siamo concessi un po’ di tempo per ammirare lo sconfinato panorama di vette e creste nitidissime.
Per il ritorno si è ripercorsa la stessa via, con una deviazione al lago di Lova e alla sua idilliaca vallata, raggiungendo le vetture con un ripido e sconnesso percorso.
Camminato per circa 15 km in 7 ore con un dislivello totale di 1500 mt.