Lago Pisgana m 2520

Lago Pisgana m 2520

Sempreverdi gruppo B

Il laghetto Pisgana, chiude la val Sozzine e fa da specchio alla vedretta del Pisgana, in un quadro di paesaggio montano spettacolare, che merita e ripaga il cammino per raggiungerlo.

Certo, fa un po’ tristezza vedere oggi la vedretta e pensare alle foto del passato, dove il ghiaccio scendeva nell’acqua, mentre ora si ferma molti metri più in alto, ma lo spettacolo rimane comunque meraviglioso.

Lasciate le auto nel piccolo spazio davanti a case Sozzine, poco oltre il parco, abbiamo preso la strada forestale che conduce alla piccola diga, deviando poco dopo per la scorciatoia a dx nel bosco, che si riunisce alla strada più in alto.

Sul percorso si trova un vecchio palo segnaletico arrugginito e poco leggibile, che indica a sx il Passo Castellaccio e proseguendo sulla traccia 41, 6.30 ore per il rifugio Garibaldi e la Calotta.

Giunti alla presa d’acqua dell’Enel, si trova una curiosa distesa di sabbia che sembra una spiaggia fuori posto, e poco distante il commovente masso di granito che ricorda i fratelli Agostino e Renato Martinelli, morti in montagna a breve distanza di tempo.

A quota duemila, ecco la prima cascata del Narcanello, uno dei due padri del fiume Oglio, che scende grandiosa sui grandi massi levigati, proseguendo, il sentiero si fa più impegnativo e si raggiunge la seconda impetuosa cascata, mentre la valle si fa sempre più selvaggia.

Il cammino prosegue su massi di granito e tratti ripidi, a volte attrezzati con catena, la vegetazione lentamente scompare e si presentano divertenti attraversamenti di ruscelli, fino ad aprirsi sul magnifico spettacolo del laghetto.

Dopo un’ora di allegra sosta in questo paradiso siamo ridiscesi ripercorrendo i nostri passi, mentre l’aumento del disgelo con l’avanzare della giornata, h

a reso più avventurosi gli attraversamenti dei ruscelli.

Percorsi circa 12 km in 7 ore e 30 con dislivello di 1170 m

Foto

GPS

Mappa Google

FERRATA DELLA PORTA CIMA MONTE VISOLO PASSO DELLA PRESOLANA

FERRATA DELLA PORTA MONTE VISOLO M.2369 PASSO PRESOLANA

Località di partenza Colere m. 1013 s.l.m. Parcheggiamo le auto nei pressi del campo sportivo e saliamo per CAI 402, inizialmente su una strada forestale in ripida salita verso la bastionata nord della parete della Presolana, poi lungo il sentiero fino ad una sella dove incontriamo il CAI 401. Svoltiamo a sinistra attraversiamo un piccolo ghiaione e in pochi minuti raggiungiamo l’attacco della ferrata. Iniziamo risalendo due scalette metalliche, un traverso, una terza scala e un canale roccioso attrezzato. Continuiamo su un susseguirsi di scalette e balzi rocciosi fino al passo della Porta. Proseguiamo verso destra, una breve cengia e una lunga ed esposta scaletta ci conducono attraverso canalini, balzi rocciosi e traversi esposti ad un sentiero di cresta con facili roccette che porta alla conca di origine glaciale. Discendiamo un tratto attrezzato, attraversiamo la conca su moderata pendenza in leggera ascesa e traversiamo a destra per poi risalire gli ultimi metri della cima del monte Visolo a m. 2369. Scendiamo lungo ripidi prati in direzione Baita Cassinelli m. 1568, per poi raggiungere il passo della Presolana a m. 1297, località di incontro con il gruppo che ha effettuato l’escursione Presolana Monte Visolo e ritorno. Un dovuto ringraziamento all’amica Rosa che ha messo ha disposizione il proprio mezzo per il trasferimento in quel di Colere.

Distanza percorsa Km 12,600   Ascesa totale m.1465 D+

Durata escursione h.6,37

FOTO

GPS

Mappa

Monte Visolo m 2369

Sempreverdi gruppo B

Parcheggiato all’albergo Neve presso il passo Presolana, abbiamo dovuto attendere che spiovesse prima di avviarci e prendere subito a sx il sentiero 315 del pizzo Presolana, molto scivoloso per fango e radici bagnate. Nei pressi di baita Cassinelli, deviando a dx abbiamo seguito il 316, risalendo il ripido prato, che più in alto, con ampie curve e un panoramico traversone, porta all’ultimo tratto per la vetta.

Fortunatamente il tempo si è aperto e ci ha regalato spettacolare vista della Presolana e dintorni.

In questa memorabile gita abbiamo avuto un ospite senza dubbio eccezionale, Enrico, un coraggioso ragazzo cieco, che ama moltissimo la montagna, e che guidato dal nostro Giordano, che, con tutta la nostra ammirazione, lo accompagna da molti anni, ha dimostrato una sorprendente capacita di muoversi su un sentiero impegnativo per tutti, roccioso e scivoloso.

Siamo tornati per la stessa via, seguiti poco dopo dal gruppo A, salito al Visolo dalla ferrata del Passo della Porta.

Percorsi 9,5 km con 1238 m di dislivello, in 6 ore e 30 minuti.

Foto

GPS

Mappa Google

Passo Belviso m 2518 monte Gleno m 2882

Sempreverdi gruppo B

Oggi la nostra camminata ha percorso per tutta la sua lunghezza l’idilliaca valle del Gleno, pendii erbosi solcati da ruscelli che sgorgano dalle pareti rocciose, l’ambiente intimo e selvaggio delle Orobie.

Lasciate le vetture a Vilminore di Scalve, si prende obbligatoriamente in questa stagione, la navetta per la frazione di Pianezza a 1260 m, che con i suoi 35 abitanti non può ospitare tutte le automobili dei turisti.

Da qui si seguono le indicazioni per i ruderi della diga del Gleno (sentiero 411), testimonianza della tragedia del 1923, che si raggiungono in meno di un’ora. Attraversato il ponticello, si costeggia il lago e si percorre tutto il ben segnato e visibile sentiero, che risale la valle, fino a incontrare un grosso omino di pietre con cartelli e indicazione 50′ per il passo Belviso. Qui la deviazione verso sx (lato dx orografico) porta al passo del Bondione e al pizzo Tre confini, noi proseguiamo verso il fondovalle e dopo poco, a un secondo bivio, si stacca il sentiero per il monte Gleno, preso poco prima dagli amici del gruppo A, mentre noi proseguiamo dritti e raggiungiamo la nostra meta in poco più di 3 ore e mezzo da Pianezza.

Qui ci attendeva una famiglia di stambecchi dalle lunghissime corna e la bella vista del lago di Belviso e la valle del Vò.

Dopo il picnic, abbiamo percorso un breve tratto del sentiero per il Rif Tagliaferri, fino a una gola che apre il panorama sulla valle, senza riuscire a vedere il rifugio e abbiamo iniziato la lunga discesa del ritorno per lo stesso cammino.

Alla diga ci siamo ricongiunti con il gruppo A, di ritorno dalla cima del Gleno e assieme siamo ridiscesi a Pianezza.

Percorsi circa 19 km con 1350 m di dislivello in 7 ore e mezzo.

Gruppo A

Il gruppo A ha seguito lo stesso percorso fino al bivio per il monte Gleno, che si incontra poco dopo il bivio per il passo del Bondione, seguendo poi il ripido sentiero a sx, che contrassegnato da bolli rossi e alcuni ometti, porta al goletto di Gleno e da qui ancora a sx per la cima, risalendo una traccia sul ripido pendio di detriti e roccette friabili.

Discesa per lo stesso itinerario.

Percorso circa 19 km con 1632 m di dislivello in 7 ore e mezzo

Foto passo Belviso

Foto monte Gleno

GPS passo Belviso

GPS monte Gleno

Mappa Google passo Belviso

Mappa Google monte Gleno