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Valle delle messi

Sant’Apollonia (Ponte di Legno) – Superata la verifica ARTVA per tutti i partecipanti (perchè l’escursione presenta dei rischi), alle ore 8.20 ci inoltriamo lungo la Valle delle Messi, intenzionati a raggiungere il “LINGE” (m 2273). Il cielo è parzialmente nuvoloso, ma la catena dei monti che sovrastano il noto bivacco, mostra l’abbondante neve di questo benevolo inverno. Pure il bianco manto della pista che porta all’intermedio “Rifugio Valmalza” (m 1998) ore 9.45, ha avuto un ultimo e lieve apporto di neve. Di lato, il torrente Frigidolfo di purissima acqua è ancora in stanca. Superato il rifugio, e senza segni di calpestio sulla neve, procediamo tenendoci il più possibile distanti dai pendii maggiormente innevati. Dopo circa quaranta minuti (quando dovremmo essere all’altezza del Linge) la nebbia si infittisce tanto da renderla indistinguibile dal manto nevoso e pure invisibile il nascosto bivacco. Così interrompiamo l’ascesa e ritorniamo a valle. Immergendoci nel paesaggio che (più in basso) un velato sole allieta per noi, disvelando pure le cime della nostra escursione (ore 13.15). Lasciata Sant’Apollonia, sostiamo a Ponte di Legno per far visita a don Dassa che svolse il magistero sacerdotale anche in Franciacorta. Dislivello positivo: m 720. Distanza percorsa: km 12.4 Durata escursione: ore 6

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Rifugio Albani m 1939 e Cima bianca

Colere (Bergamo) – Con un po’ d’apprensione affrontiamo (ore 8:30) il sentiero n. 603 per l’Albani. Il rifugio da Colere s’intravede: alto, soleggiato, posto sopra un tripudio di neve. Sono proprio le ultime nevicate a preoccuparci, non conoscendo la pericolosità dei pendii. Prima di partire facciamo la prova dell’ARTVA. Tuttavia, ci dà sicurezza la larga e già frequentata traccia che s’inerpica verso la parete nord della Presolana. Ad ogni passo ci diciamo che così tanta neve non l’abbiamo mai vista: le casupole delle vecchie miniere stanno sepolte, e pure il Rifugio Albani (m 1939 – ore 11:00), ne ha un gran deposito sul tetto. Qui ci rifocilliamo al tiepido sole, che un vento debole rinfresca da farci mettere un indumento pesante. Poi affrontiamo lo spettacolare tragitto verso le piste da sci degli impianti di Colere. Le percorriamo… disciplimatamente, ritornando al paese e nel bar vicino al grande percheggio festeggiamo pure (in ritardo) la… “festa del papà”. Dislivello positivo: m 1050. Distanza percorsa: km 12,7. Durata escursione: ore 6

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Monte Ballerino m 1275

Casazza (Bergamo) località Molini: con un cartello posto in piazza, il Comune e il CAI spiegano dettagliatamente l’itinierario della nostra escursione. Il sentiero è il 613 (detto: “Del Murlansì”), sempre ben segnalato, che – in circa due ore – porta in vetta al “Monte BALLERINO” (m 1275) con un tratto EE (per esperti), ma reso più sicuro da delle catene. Così è, e numerosi noi: Semprerosa&Sempreverdi, col festeggiato rientro di Walter, sette mesi dopo la disavventura del Pizzo Camino. Seguendo ancora il sentiero 613 in direzione dei “Colli di San Fermo”, dal vicino Piazzale “Virgo Fidelis” prendiamo l’indicazione per Casazza: pascoli, un roccolo, boschi rocciosi… infine una buona gelateria in paese. Dislivello positivo: m 950. Distanza percorsa. Km 11 circa. Durata escursione: ore 4:15

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Monte Colombé m 2152

Le “sentinelle” della Media Val Camonica (la Concarena e il Pizzo Badile), stamane vegliano l’andar verso il Colombé della più armonica comitiva di Semprerosa e Sempreverdi: dodici donne e sei uomini. Ma oggi è l’otto marzo! chiamate a raccolta da Antonietta, le coloratissime escursioniste sono l’assoluta maggioranza. Tuttavia, l’ascesa verso il cielo (da Paspardo) vuole tutte le nostre energie; chi si ferma dopo due ore di cammino al “Rifugio Colombé”, chi si spinge più in alto, raggiungendo “l’Ancicima della Barbignaga”… Mai i restanti (numerosi), dopo quattro ore pure loro sono in vetta al “Monte Colombé” (m 2152), insieme a degli amici bergamaschi. Dove per tutti l’immenso panorama è il biancore della neve venuta dal cielo nella notte: cielo azzurro, ora striato di vento.

Infine festeggiamo “l’otto marzo” con la tradizionale mimosa: un simbolico gesto di cortesia verso le Semprerosa, quasi a dire che della vita sappiamo anche molto (data la nostra età), ma molto altro, camminando, lo impareremo insieme.

Dislivello positivo: m 1170. Distanza percorsa: km 12. Durata escursione: ore 6:40

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Spiedo Sempreverdi 2018

Anche per il 2018 gli inossidabili Sempreverdi si sono festeggiati con un allegrissimo pranzo, reso grandioso dall’insuperabile Beppe allo spiedo, che ha magistralmente cucinato i tordi del nostro grande cacciatore Gianni, per non dire della cascata di torte preparate dalle nostre amate donne, che il bravo Piersanto a nome di tutti ha omaggiato con una rosa, che meglio delle parole sa esprimere il nostro affetto.

Lunga vita ai Sempreverdi.

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Pianaccio

Classica escursione nei dintorni del “Mortirolo”, partendo (ore 8.40) dal “tornante n. 12” della strada asfaltata che viene da Monno (Brescia – Val Camonica) verso il Passo. Ma per i “raider” è bella e più breve quella vecchia, che termina presso il “Ponte Palù”. Tuttavia noi abbiamo già deviato prima (ad uno sbiadito segnale) verso il Rifugio “Al Lago del Mortirolo”, che raggiungiamo alle10.15. Poi, verso destra, superiamo il celebre Passo caro ai ciclisti. Quindi superiamo pure l’inizio della “Val Varadega”, immettendoci nella “Valle di Grom”, dove il territorio pastorale dolcemente s’innalza verso alcune malghe: è il PIANACCIO (ore 12.00). Tuttavia, il fatto eclatante di questa escursione è la presa d’atto che il gruppo “SEMPREVERDI” non è fatto di soli maschi, ma – da tempo – la bella compagnia è di donne e di uomini. Essendosi queste nominate “SEMPREROSA”, ora il gruppo si chiamerà proprio: “SEMPREROSA-SEMPREVERDI”. Così, e forse mai una “parità di genere”… è stata sancita da un augurante e immerso panorama. Il ritorno è per la “Valle di Grom”: scendiamo direttamente al “Ponte Palù”, quindi al parcheggio del “Tornante 12” (ore 14.25). Dislivello positivo: m 100 circa. Distanza percorsa: km 17. Durata escursione: ore 5.45

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Dos de Laven m 1885

Nella Valle del Chiese, superata Condino (Trento), prendiamo decisamente a salire verso il piccolo borgo di Brione (m 896 slm). Poi ancora sull’asfalto in direzione del “Dos le Rocche”, fino ad incontrare uno spolvero di neve fresca che ci consiglia di lasciare l’auto (ore 9.20). Ad un bivio (con indicazioni su tavole di legno), ci dirigiamo verso Malmarone. Per il “Dos de Laven” abbiamo delle labili indicazioni reperite in internet. Tuttavia, non riusciamo a concretizzarle sul terreno molto innevato in una direzione certa, mancando pure ogni minima indicazione sentieristica. In questo modo ci troviamo (oltrepassata la località  di Gabiole) abbastanza spaesati, riuscendo però a scorgere, su una applicazione del palmare, l’esistenza di una traccia, detta: “Lagasoi”. Piuttosto che rinunciare all’escursione ci fidiamo di tale tracciato e dopo otto km finalmente, dalle fitte abetaie, emerge la bella e solitaria sagoma del “Dos de Laven” (m 1885). Così, rinfrancati e felici della scoperta e pure grati al tempo splendido, siamo presto in vetta (ore 12.40), magnificati anche dal grandioso panorama.

Per il ritorno, ai piedi del dosso seguiamo la traccia lasciata da chi ci ha preceduto in vetta per l’itinerario breve, e già  alle 14.20 siamo all’auto.

Dislivello positivo: m 900 circa. Distanza percorsa in salita: km 9. Distanza percorsa in discesa: km 5. Durata escursione: ore 5

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