Rifugio San Tomaso (Valmadrera)

Il gentile invito dell’amico Renato Valsecchi, ci ha portato a questa bella e riposante gita sulle pendici del Moregallo.

Partiti da Piazza Rosé in Valmadrera, seguendo il sentiero n° 5, abbiamo fatto un largo giro che ci ha portato sullo splendido belvedere alla Chiesetta di Sant Isidoro, addossata al grande masso erratico di Preguda. Da qui, proseguendo la traccia n° 5 siamo arrivati al rifugio San Tomaso, percorrendo questo tratto di sentiero molto panoramico e variegato fra boschi e facili roccette.

In attesa dell’ora di pranzo una breve escursione all’interessante sito dove nel secolo scorso è stato tagliato un grande masso erratico di serpentino per ricavarne pietre da costruzione.

Ale 12,30 è iniziata la parte migliore, brindisi con Franciacorta e Turgau, risotto e coniglio con polenta, preparati dall’impareggiabile Dionigi, grande allegria e ritorno alle veture.

Percorsi 10,6 km con 600 m circa di dislivello.

Foto

GPS

Pietra Parcellara 836 m e Pietra Perduca 659 m

Oggi, in piccola formazione, siamo usciti dai nostri confini abituali, per la scoperta degli Appennini e la scoperta si è rivelata una vera sorpresa.

Benedetti da una giornata di cielo blu intenso, aria tersa e temperatura mite, ci siamo trovati ad ammirare panorami collinari dolcissimi, lo sguardo spaziava fino alle Alpi innevate, lungo un percorso, che in breve spazio ci ha portato ad attraversare il Trebbia su una lunga passerella pedonale, camminare fra dolci vigneti collinari, attraversare un ombroso bosco e a salire un austero ambiente alpino che siamo abituati a frequentare a ben altre quote.

Partiti da Perino Pc abbiamo attraversato la località Donceto prendendo a un bivio con indicazione sentiero 167 la stradina sterrata a sinistra, discretamente ripida che diventa poi un sentiero ben segnalato, poco dopo le prime roccette un primo balcone panoramico sulla valle. Verso la fine del bosco, ci si imbatte in una nuova segnalazione Cai che indica la via di salita più facile a sinistra e quella da noi scelta, per esperti, a destra, dove dopo pochi passi si apre un prato in salita e la Pietra in tutta la sua maestà.

Il percorso da questo punto è tutto su roccette, ma non presenta punti difficili (1° grado) e in alcuni tratti c’è un cavetto di corrimano, in compenso offre una serie di splendide cartoline, senza contare la compagnia di una simpatica e stranamente domestica capretta, che abbiamo scoperto poi piuttosto interessata alle nostre merendine.

Sul ventoso pulpito roccioso in vetta si trova una croce metallica e vi si domina tutta la val Trebbia. Scesi dalla via facile si arriva all’oratorio della Madonna di Caravaggio, da dove girando a destra troviamo le indicazioni per Pietra Perduca, prendendo un interessante sentiero boschivo, che sfocia in un’ampia sterrata in discesa dove improvvisamente appare questa scura roccia tondeggiante, completamente diversa dalla precedente, con incastonata la chiesetta di Sant’Anna del X secolo.

Questo luogo emana veramente un fascino misterioso a prima vista, ma è salendoci che se ne rimane avviluppati. Chissà chi e quando ha scavato nella roccia le vasche dei Santi e da dove viene l’acqua nella quale vivono i tritoni, che non si esaurisce mai in questo ambiente arido? A onor del vero noi i tritoni non siamo riusciti a vederli, ma un poster sull’edicola alla base ne assicura l’esistenza.

Da qui, abbiamo concluso il giro ad anello, attraversando la franzioncina di Montà, tornando a Perino su una stradina dove ci si potrebbe aspettare di veder uscire da una curva una distinta coppia di due secoli fa su un biroccio.

Percorsi 11,5 km in 5 ore con circa 650 m di dislivello.

Foto

GPS

Rifugio Benigni e cima Piazzotti m 2349

Partiamo da ORNICA (Val Brembana) per raggiungere il Rifugio BENIGNI e la Cima Occidentale dei PIAZZOTTI. Il cielo è piacevolmente sereno e fresco iniziando la nostra ascesa dal piccolo park di via Rasega. L’itinerario (CAI n. 107) è ben segnalato e in Val Salmurano si congiunge con quello proveniente da Cusio (CAI n. 108), dove avevamo iniziato l’escursione nella primavera di due anni fa. Quella volta salimmo al Rifugio per l’itinerario invernale, essendo ancora innevato il lungo canalone estivo che ora superiamo senza difficoltà. Raggiunto il Benigni (chiuso) m 2222 , ci dirigiamo verso la Cima Piazzotti (m 2349) camminando su un facile sentiero, con bella vista su numerosi laghetti. Per il ritorno, percorse a ritroso poche decine di metri, scendiamo ripidamente a destra (EE) verso il segnavia CAI n. 101 (delle Orobie Occidentali) con una variante (EE) per Ornica che immette sul n. 107.

Dislivello positivo: m 1370. Distanza percorsa: km 17.5 (circa). Durata escursione: ore 7

Foto

GPS

Val Codera

A Novate Mezzola (Sondrio), lasciata l’automobile presso il park di Via del Castello (indicativamente e con approssimazione: lat 46.22129 long 9.46037), alle 9.00 mettiamo piede sul sentiero lastricato a mo’ di “scala santa”, unica via per raggiungere i piccoli paesi dell Val Codera. Solo Beppe (anni fa) l’aveva percorso, mentre il resto della comitiva è impaziente di scoprire questa singolare valle. La meta è il Rifugio “Luigi Brasca”, posto a 1300 metri. La direzione è scontata non essendoci altra via, stretti fra alte cime e il rumoroso corso del Torrente Codera. Tutta la valle è ricca d’acque: cascate e fontane. Solo dopo la località principale: Codera, la valle s’allarga ospitando altri piccoli agglomerat,i tra cui Saline, Spiazzo e Bresciadega, il meglio situato. Raggiungiamo il Rifugio del Cai alle 12.20. Dopo un’ora ritorniamo a valle… naturalmente per lo stesso itinerario.

Dislivello positivo: m 1100 (circa). Distanza percorsa: km 24. Durata escursione: ore 7.15

Foto

CIMA SASSARA m 2892

Gita alpinistica con ferrata.

Dal parcheggio Funivia per il Grostè si segue la strada accanto al Campo Golf che porta alla Malga Mondifra mt 1632, poco dopo a dx  inizia il sentiero n 334 che sale al Passo Tre Sassi mt 2613. Qui inizia il Sentiero n 336 C. Costanzi, attraversato un ghiaione si raggiungono le prime roccette da superare, facili ma esposte, un tratto di ferrata e si raggiunge il Passo di Val Gelada mt 2686. Risalita per ripido ghiaione altri tratti di sentiero e roccette esposti e si raggiunge  l’inizio della ferrata ( scala). La ferrata si interrompe in alcuni tratti su cenge facili ma esposte. Si raggiunge la cresta finale non attrezzata e da qui in vetta ore 4.25.

Discesa stesso itinerario fino al Passo Tre Sassi poi per la continuazione del sentiero n 336 al Rifugio Graffer mt 2261. Discesa a Campo Carlo Magno lungo le piste da sci ore 9.15.

Ascesa mt 1570 km 19.8 Tempo sereno.

Testo di Andrea

Foto

GPS

Cimone della Bagozza 2407 m

Dopo Schilpario (Bg) e sulla strada del Vivione, lasciata l’auto nei pressi del Rifugio Bagozza, c’incamminiamo che la Val di Scalve è ancora in ombra. Il paesaggio è incomparabile. A est, pini robusti e una barriera di vette aguzze, e nel cielo azzurro (come fosse sua creazione), s’innalza il gran torrione della Bagozza (m 2407). Presto siamo sul vasto piede ghiaioso: tutto è pietra e noi saliamo zigzagando. Ma oggi abbiamo nell’animo il prezzo della disavventura del Pizzo Camino, di otto giorni fa. Grazie a dio il nostro amico è già a casa, convalescente. Tuttavia sotto i piedi sentiamo la montagna fattasi infida, che siamo… prudenza ad ogni passo.

Una ventata di fresco e di luce sale dalla parallela Val Baione giungendo al valico. La sommità è vicina. L’ultimo pendio è erboso e ripido. Presto appare la gran croce e una sconfinata visione: sono le Orobie, che legano (di vetta in vetta) l’Adamello con le Grigne. Vi sostiamo scambiandoci impressioni, silenzi e fotografie.

Dall’alto la Val di Scalve era boscosa, e verde di pascoli a ovest. Ora la percorriamo nella ritrovata serenità, lasciato (con prudenza) il bel cielo della Bagozza.

Dislivello positivo: m 900 – Distanza percorsa: Km 9.5 – Durata escursione: ore 5

Foto

GPS

Ringraziamo l’elisoccorso di Brescia

Mercoledì, 16 agosto 2017

All’Elisoccorso di Brescia

Buona sera,

                          siamo i compagni dell’escursionista infortunatosi scendendo dal Pizzo Camino (Borno – Bs), oggi intorno a mezzogiorno. Ci preme ringraziare i piloti, il medico, i soccorritori e il soccorritore che per primo è sceso dall’elicottero coordinando con perizia il ricupero del nostro amico. Pur essendo l’infortunio avvenuto a oltre 2000 metri in un ambiente difficile, il vostro intervento si è concluso in circa 45 minuti dalla chiamata, confermando16 la vostra grande professionalità. 

Con riconoscenza. 

Andrea, Enzo, Eligio

Foto

Bivacco Ceco Baroni m 2800

Mercoledì 9 agosto 2017 – Dopo quasi sei anni i SEMPREVERDI (Cai Provaglio d’Iseo) ritornano in Val Adamé. Quella volta raggiungemmo la “Bocchetta delle Levate” poco oltre il “Bivacco Ceco Baroni” (m 2880). Era settembre: vette spruzzate di neve e il Poia già con una ridotta portata d’acqua. Ricordando questo, alle “Casine di mezzo” (ora “Baita Adamé) non passiamo il torrente sul ponte attiguo, ma proseguiamo diritti, confidando in un possibile guado, più a monte. Puntuali alle 7.45 iniziamo la lunga camminata presso la teleferica attigua alla “Malga Lincino”. “Scale dell’Adamè” – “Rifugio Cai Lissone”, quindi ci addentriamo nella “naturalezza” della lunga valle. Avanti… sempre avanti! Quasi fin dove i Poia vi precipita, balzando impetuoso dallo “stressato” ghiacciaio dell’Adamello. Tuttavia, non avendo trovato un guado, ritorniamo indietro per “forzare” il torrente dove s’allarga un po’. Ci riusciamo (divertendoci anche) e così raggiungiamo il “Bivacco Ceco Baroni” alle ore 12.45. Il panorama sulla valle è grandioso, ma mesto lo sguardo sulla vicina vedretta adamellina, così “nera” e molto crepacciata.

Al ritorno il Poia lo passiamo sul ponte… e con passo sostenuto terminiamo l’escursione in otto ore e quaranta minuti. Appena in tempo per evitare il fortunale che colpì (di lì a poco) la Val Camonica .

Dislivello positivo: m 1354. Distanza percorsa: km 23,500

Foto

GPS

Ferrata delle Aquile e Paganella m 2125

Dalla Località Santel ampio parcheggio, tornando sulla strada in leggera discesa parte a dx una stradina itinerario n 602, si sale alla stazione intermedia della seggiovia Dosso della Rocca. Si prosegue per Malga Fai mt 1665, seguendo il sentiero per Fai Paganella una deviazione per il Sentiero delle Aquile e si giunge all’attacco della Ferrata. Si inizia scendendo nel Canalone Battisti poi traversata, si giunge all’Antro delle Pegore, si attraversa un arco di roccia e si raggiunge La Traversata degli Angeli, molto esposta ma ben attrezzata. Si continua per La Cengia Terlago sempre in traversata , ci si cala all’attacco del primo Ponte si attraversa si risale lo sperone roccioso si supera il secondo ponte e si raggiunge lo spigolo finale che porta all’uscita della Via ferrata. Breve risalita all’Ex Rifugio Battisti, poi al Rifugio La Roda alla Paganella mt 2125 e rientro per il sentiero di Malga Zambana mt 1804.

Foto

Val Canè – sentiero dei camosci

In macchina fino Cortebona ,strada ciotolata e sterrata, si prosegue nella valle itinerario n 65 verso il Bivacco Valzaroten mt 2212 ore 1. Si continua a salire si supera il Laghetto di Pietra Rossa mt 2601 e si raggiunge il Passo Canè ore 2.15 da dove si può ammirare la Val Grande di Vezza D’Oglio e il Bivacco Saverio Occhi. A dx si sale al Monticello a sx il Sentiero dei Camosci che con vari sali scendi in cresta, passando accanto alle Cime di Giere porta sotto al Monte Tirlo. Qui il sentiero causa frane è meno percorribile e dopo aver superato un tratto con catene decidiamo di tornare. Discesa stesso itinerario ore 7.30.

Ascesa mt 1348 Km 15.5 Tempo coperto, molto vento.