Rifugio Prudenzini m 2235

Escursione in Val Salarno, con partenza da Fabrezza di Saviore dell’Adamello (Bs). Neve buona e portante lungo tracciato, senza accumuli sui pendii per un tranquillo progredire verso il rifugio Prudenzini. Paesaggio ancora invernale ma con un caldo sole che ci abbandona quando, ritornando, il cielo s’annuvola.

Dislivello positivo: m 870. Distanza percorsa: km 19 circa. Durata escursione: ore 6.45

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Cima Grem m 2049

Raggiungiamo la località “Alpe Grina” di Gorno (Bg) dove lasciamo le auto appena prima del divieto di transito e prendiamo il sentiero n. 263 per il Bivacco Tellini. Passiamo la “Forcella Alta” (m 1440) e la neve si fa consistente, ma non calziamo le ciaspole se non sostando presso il panoramico bivacco. Quindi ci indirizziamo verso il “Bivacco Mistri” nella vallata sottostante le creste della “Cima di Grem”. Il manto nevoso intatto ha l’aspetto di una bianca glassa posta su monticelli e pieghe rocciose che fanno meraviglia. Così – facilmente – siamo alla sella finale e prendiamo a sinistra per l’ultimo tratto impegnativo che ci porterà in vetta. Ma il vento l’ha diligentemente spazzato e senza fatica nè pericolo vediamo presto la croce sommitale (m 2049). Intorno alla quale già s’addensa un folto gruppo di appassionati: che sia per la festa dell'”otto marzo”?

Siamo veramente in tanti e, nonostante le rimostranze delle nostre tre gentili socie che vorrebbero far scorta di luce, scendiamo a valle percorrendo la panoramica cresta: oggi il sole ha il colore dei “fiori di mimosa”!

Ne abbiamo quattro mazzetti perchè abbiamo pensato anche alla cortese barista che sovente ci vizia con “assaggini”. “Festa della donna”! Non a caso Walter ha anche preparato (per tutti) una crostata con marmellata di fichi.

Dislivello positivo: 1000 m circa. Distanza percorsa: km 12. Durata escursione: ore 5.30

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Non di sola montagna

Oggi i Sempreverdi hanno raggiunto la comoda meta del campo sportivo di Fantecolo, per un indimenticabile spiedo, magistralmente cucinato da Beppee Franchini e alcuni nostri compagni, che ringraziamo di cuore.

È stato un pranzo piacevolissimo, dove come sempre, nell’aria aleggiavano i nostri ricordi di montagne, che saranno le ultime immagini a svanire dai nostri occhi.

Gli impareggiabili dolci preparati dalle nostre amiche e i loro distillati di frutti selvatici raccolti sulle nostre montagne, da segrete ricette, hanno fatto il resto.

Un ringraziamento a tutti gli amici che hanno contribuito e un appuntamento alla prossima settimana per una nuova gita.

I Sempreverdi Franciacorta.

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Rifugio Baita Iseo 1335 m

Questa gita, per quasi tutti noi è stata un ritorno dopo anni o decenni, a questa bella baita restaurata dalla sezione Cai di Iseo a metà anni 70.

Parcheggiato 400 mt a monte di Ono San Pietro, al cartello con divieto di proseguire, siamo saliti dal ripido sentiero 98, di fronte al parcheggio, raggiungendo la baita con un bel percorso nel bosco, che via via diventava sempre più innevato, con brillanti di ghiaccio e neve incastonati fra i rami.

Al rifugio un sole brillantissimo e un cielo di intenso blu.

Si è tentato di proseguire per le baite del Mella, ma dopo poco la neve alta e poco consistente ci ha costretto a tornare sui nostri passi e scendendo dalla strada, imperdibile lo spettacolo della Concarena imbiancata.

Percorso 10,5 km con 900 m di dislivello in 5 ore e ½ .

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Piz Tri m 2308

Da Calzaferro di Malonno (Alta Val Camonica – Bs) saliamo verso il PIZ TRI (m 2308) nel calpestio dei molti che ci hanno preceduto in questi giorni. La neve compatta agevola l’incedere con le ciaspole. Tanto che abbiamo tempo per il panorama e pure per goderci il bel sole primaverile che scalda le rocce sommitali (a forma di cresta), dove non alita vento. E’ tanto piacevole sostarvi che ci intratteniamo quasi un’ora, insieme a molti altri escursionisti: più che la vetta del PIZ TRI sembrava la piazza di un paese.

Dislivello positivo: m 1210. Distanza Percorsa: km 12.8. Durata escursione: ore 6.30

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Passo Campelli m 1892 Rifugio Campione m 1946

Il tempo poco clemente e la foschia, hanno costruito questa gita diversamente dai nostri iniziali desideri, ma come quasi sempre, la montagna ci ha regalato una piacevole giornata: una tranquilla camminata nel silenzio della neve, molta umidità e qualche fiocco, ma temperatura mite e pochissima aria.

Partiti dai Fondi di Schilpario, abbiamo risalito, con un po’ di scorciatoie, la strada del Vivione fino al rifugio Cimon della Bagozza, con la meta di Cima Gardena, ma la persistente foschia e il nevischio, ci hanno fatto decidere per il passo Campelli e il rifugio Campione, che abbiamo raggiunto in circa 2 ore.

Fatta colazione sotto il bel portico di legno, siamo ritornati ai Campelli per deviare dopo poco verso il passo del Giovetto (m 1816) e seguendo una ben visibile traccia siamo ritornati sulla strada del Vivione e alle vetture.

Percorsi 15 km con 800 m di dislivello in 5 ore.

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Monte PAGANO m 2346

Da Monno (Alta Val Camonica – Bs) percorriamo in auto la strada del Mortirolo fino al tornante 12: nel periodo invernale non si può andare oltre. Lì parte la vecchia strada (pedonabile) e in un’ora siamo al Ponte Palù dove staccasi il percorso per il monte Pagano. Stante il poco innevamento, sono ben visibili le opere militari a difesa della “seconda linea italiana” nel corso della Guerra 1915/18, e per questo quasi intatte. La pianeggiante sommità del monte (ore 11.30) è un tappeto di neve ghiacciata, battuta dal vento che agita anche il lacero tricolore, provvisoriamente posto in vetta: chissà se bandiera in memoria della “Grande Guerra” o della “Resistenza”, combattuta qui dalle “Fiamme Verdi” agli inizi del 1945.

Dislivello positivo: m 1200. Distanza percorsa: km 20. Durata escursione: ore 6,40″

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Sulla strada per l’Auccia da Degna

L’intenzione nostra era di raggiungere “Cima AUCCIA” dalla Val Camonica e non dal Maniva in Val Trompia. Per questo abbiamo scelto di partire da “Degna” che è una piccola località sulla “Strada delle Tre Valli” dopo Bienno (Bs) e verso il Passo Crocedomini. Tuttavia, la nostra meta si è fatta irraggiungibile per la troppa distanza e pure per un malanno d’influenza sopraggiunto fra di noi. In ogni modo ne è valsa la pena. Partiamo alle 7.40 per l’itinerario n. 790 raggiungendo Campolaro alle 9.00. L’itinerario è ben segnalato e punta alla “Crapa di Vaia”. Superiamo varie malghe andando su un terreno poco innevato. Quando siamo al “Casinone di Arcina” (m 1766 – ore 11.25) e vedendo assai lontana la croce di “Cima Auccia”, decidiamo di fermarci. Il luogo è piacevole, allegri noi e sempre belle le montagne camune poco innevate. Rattrista, tuttavia, il monte Trabucco completamente annerito da un recente furioso incendio. Ritornando, presso la “Malga Travagnolo” (m. 1495) si diparte una deviazione (n. 790A) che ci porta al punto di partenza senza passare da Campolaro. A Degna arriviamo alle ore 14.30.”

Dislivello positivo: m 1000. Distanza percorsa: km 24 Durata escursione: ore 6,50

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