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Ferrata degli Alpini al Corno Medale 1029 m e Crocione di San Martino

Siamo arrivati a Lecco osservando preoccupati il cielo che non prometteva niente di buono, parcheggiato nei pressi di un piccolo cimitero in via Bonaiti, abbiamo comunque deciso di raggiungere l’inizio della ferrata e dopo pochi passi ha iniziato a piovere, ma il nostro ottimismo è stato sorprendentemente premiato.

Arrivati alla base della parete seguendo il sentiero 56, la pioggia era cessata, la roccia asciutta e in breve tempo un sole brillante, quindi via per una salita in un cielo sempre più blu con limpidi panorami mozzafiato, per tutti i 400 metri della ferrata, molto ripida ed esposta, ma non difficilissima.

Alle 12.45 abbiamo raggiunto la croce, e dopo il pic-nick godendoci la magnifica vista dalla piazzola dell’elicottero, ci siamo diretti, seguendo la traccia 57, al Crocione di San Martino.

Da qui il sentiero che si fa alquanto ripido, passando dalla chiesetta della Madonna del Carmine, ci ha riportato alla partenza.

Percorsi 5,3 km con dislivello di 760 m in sei ore e mezzo.

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Monte Campo 1952 m

Bel ritorno primaverile, per noi, sulle pralpi bergamasche, clima ideale, sole, cielo azzurro e tappeti di fiori.

Lasciato le vetture al verde parcheggio di Rusio, nei pressi della trattoria dei Mulini, abbiamo seguito le indicazioni per il rifugio Olmo (sent 317), subito dopo il bivio loc. Priona, abbiamo fatto una bella deviazione di mezz’ora alla chiesetta di San Peder, che offre un’ampia panoramica sul paese.

Ritornati sul 317, a una vistosa scritta rossa su un masso che indica il rif. Olmo, abbiamo imboccato il sentiero di destra, passando per malga Spina (1242 m), malga Pozzetto (1399 m) e malga di Campo (1528 m), da dove deviando a sinistra si risale il ripido pendio erboso seguendo la traccia ben segnata, tranne un tratto franato, fino alla cima. Nel ritorno, lo stesso percorso fino in prossimità di malga Spina, continuando poi per la strada cementata, che ritorna al cartello Priona e al parcheggio.

Il percorso è stato di 12.5 km in ore 5:30 con 1170 m di dislivello.

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Monte Pizzocolo 1581 m, Cresta Est

Sempreverdi e Lega Montagna Uisp. Dopo una settimana siamo ritornati (in 15) nuovamente sul Pozzocolo; percorrendo la cresta Sud-Est: bella, panoramica e fatta di vivida roccia calcarea. A Toscolano del Garda abbiamo preso per Sanico, continuando a salire (in auto, direzione Sant’Urbano) la ripida mulattiera, fino al cartello Cai indicante le creste Sud ed Est (sentiero 27). Raggiunte le prime roccette (indossato, per precauzione casco e imbragatura), ci siamo affidati ai numerosi appigli di queste per progredire in sicurezza verso il Pizzocolo, superando agevolmente anche i tratti più esposti.
Per il ritorno abbiamo proseguito verso ovest fino ad incontrare il sentiero 11. Passando dalla Malga Valle, siamo cosi arrivati a riprendere la mulattiera di Sant’Urbano, che ci ha riportato all’auto.

Percorsi 8.6 km in 5 ore e 20 min con dislivello di 920 m.

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Monte Pizzocolo 1581 m & compleanno di Gianni

Anche quest’anno abbiamo festeggiato gli splendidi 77 anni di Gianni, vera forza della natura in montagna, nella bella baita dell’amico Osvaldo sul monte Pizzocolo, ospite generosissimo, che ringraziamo con tutto il cuore, per la bellissima giornata, assieme a tutti gli amici che si sono prodigati.

Partiti alle otto dalla loc. Colomber all’inizio della val di Sur (380 m), abbiamo risalito il torrente Barbarano, lungo la strada per un lungo tratto quasi pianeggiante (sent. 1), che poi con ripida salita raggiunge il passo Spino a quota 1160 m, da qui percorrendo la strada a destra (sent. 5), si arriva al Dosso delle Prade a 1517 m, dal quale in mezz’ora si raggiunge la panoramica cima del Pizzocolo a 1582 m.
Scendendo, al Dosso delle Prade, girando a sinistra lungo il sent. 6, raggiunta la baita di Osvaldo, abbiamo dato inizio ai festeggiamenti, con un memorabile pranzo, che nella miglior tradizione bresciana, ha visto in tavola scardole con polenta arrostita, torte salate, pappardelle al salmì di folaga, costine e salamine ai ferri, polenta taragna, concludendo con le buonissime torte delle nostre donne, vino e grappa ad maiora.
Sosta extra a parte, percorsi 18.9 km con dislivello di 1200 m, impiegando 3 ore per la salita e un tempo totale di ore 6:30.

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Monte Baldo Cima Costabella

Sebbene l’escursione fosse programmata in Val Camonica abbiamo cambiato meta per il maltempo da ovest, cercando a est dei lampi di sole, ma la grande montagna veronese era avvolta da fitta nebbia.

Questo, oltre al forte vento, ha limitato l’ascesa al solo Rifugio Chierego” (m 1911), privandoci del piacere di raggiungere cima di Costabella (m 2053).

Giunti a Prada Alta – presso il parcheggio della funivia – abbiamo tenuto come riferimento direzionale i piloni di questa struttura e in un paio d’ore siamo giunti a destinazione, superando velocemente un dislivello di circa 915 metri. Al ritorno sosta con spuntino presso il “Rifugio Turri” ben riparati dal vento.

L’escursione è durata 4 ore in allegria con la compagnia della Lega Montagna Uisp e alle 13 eravamo già di ritorno a Prada (frazione San Zeno di Montagna) avendo percorso 8 km.

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Piz Tri 2308 m

“Sempreverdi – dopo due anni torniamo sul Piz Tri da Loritto, frazione alta di Malonno (Bs). Ci è così familiare questa meta che, ormai, conosciamo ogni particolare: dallo slargo per poche auto oltre le case di Calzaferro fino alla ventosa vetta. Essendo pure una meta ambita e relativamente sicura, nel periodo invernale l’itinerario è sempre ben “marchiato” dagli scialpinisti & ciaspolatori.

Oggi però, vogliamo ricordare il caro amico Gianni che si aggiunse alla compagnia dei Sempreverdi proprio su questa montagna. Era gennaio 2005… ed eravamo in tre. Se dall’alto ora ci vede così numerosi e in amicizia, sicuramente sarà parecchio contento.”

Dislivello positivo: m 1210. Distanza percorsa: km 12,8. Durata escursione: ore 6.15

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Monte Bronzone m 1334, da Vigolo

Molto azzeccata la decisione di una gita casalinga a bassa quota questa settimana, la iniziale foschia è presto svanita regalandoci i soliti bellissimi panorami sul nostro lago, Trentapassi, Guglielmo innevato e i bei prati della valle di Vigolo.

Dal comodissimo parcheggio sotto il municipio, di Vigolo, ci siamo diretti verso il Santuario della Madonna del Dosso (o di Loreto) prendendo all’uscita del paese, a sx il sentiero 701, che sale sul lato destro della valle, passando dai colli Soresano, Cremona, del Rù, punta del Bett, Cargadurå, Martinazzo e colle Dedine, dal quale si raggiunge la malga Gombo alto e la cima del Bronzone che la sovrasta.

Il percorso, che abbiamo trovato un po’ fangoso con una leggera velata di neve, dopo il primo tratto di buona salita si sviluppa con piacevoli su e giù che svelano scorci molto gradevoli.

In vetta, per mano della nostra musicale Antonietta, non ci siamo, naturalmente, fatti mancare il concerto del campanone.

Ritornati a Gombo alto, spuntino e rientro percorrendo la carreggiabile fino alla strada asfaltata che da Bianica passa per Bratta, ma alla prima cascina della frazione, siamo scesi a dx per una antica strada, nella Valle delle Tombe e passando sul bel ponte in pietra, probabilmente medievale, siamo risaliti a Vigolo.

Percorso 19,4 km in 6 ore e 20 min con un dislivello totale di 1025 m.

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Monte Giuggia m 1966

Finalmente una gita con neve stupenda, compatta e di oltre un metro, giornata fredda e nuvolosa ma con sprazzi di azzurro e aria tersa, poco vento.

Siamo partiti da Roncone (Tn), perchè in località Lodino la troppa neve ci ha impedito di parcheggiare.

Risalendo i prati e la strada per il rifugio La rocca, si raggiunge la Malga Giuggia a 1661 m, da qui seguendo le tracce alle sue spalle, si raggiunge la vetta attraversando l’ultima parte della pineta stupendamente innevata, che offre spettacoli da cartolina.

In vetta magnifico panorama sulla valle del Chiese, sui monti Cengledino e Benna.

Percorsi 17 km con 1050 m di dislivello in 6 ore e ½

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Monte Ario m 1755

Sempreverdi: numerosi, dopo qualche anno, torniamo sul monte Ario da Ludizzo (m 779). Ed è proprio la scarsità di parcheggi (lungo la strada da Bovegno) che ci fa partire da questa frazione, avendo trovato lo slargo adatto fra le belle case. Percorriamo il sentiero 346 accompagnati da primaverili fioriture fino a quando, dopo oltre un’ora di salita, incontriamo la neve. Calzate le ciaspole superiamo Passo Croce. Ma per l’alto innevamento e per la mancanza di tracce prendiamo un sentiero che – con un lungo giro – ci “deposita” quasi ai piedi del Monte Pezzeda. Qualche discussione… tuttavia, il paesaggio è magnifico, come il pendio da risalire e come la discesa verso il Goletto Campo di Nasso (m 1630). Da lì, in meno di trenta minuti, raggiungiamo la croce del monte Ario (m 1755 – ore 3,40). Congratulazioni reciproche per la bella impresa, in particolar modo verso Gianni (il decano del gruppo), ritornato con noi dopo alcuni mesi. Dislivello positivo: m 1270. Distanza percorsa: km 14.4 circa.

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MONTE CENGLEDINO mt 2137

Dopo aver abbandonato il fondo valle del Chiese a Breguzzo per salire alla fraz. Limes e alla Località Le Sole, cominciamo a camminare alle 8,30 percorrendo la carrabile asfaltata. Giunti al parcheggio di Le Sole, abbiamo lasciato le auto 1,5 km prima rispettando ( a quanto pare noi i soli) un divieto di accesso, imbocchiamo la bella strada forestale per le malghe Lodranega e Cengalino. Oggi siamo in sedici, ci è regalata un’altra splendida giornata di sole. La strada forestale è dall’inizio con neve ben assestata e manutenuta ( è parcheggiato un “gatto” del comune), sale con dolci pendenze ed ampi tornanti fin alla malga Lodranega. Da qui la salita si fa più ripida prima per stradina nel bosco poi per ripidi prati. Dai ruderi della Malga Camp Antic il gruppo si sgrana per tracce diverse risalendo l’ampia dorsale verso la cima le cui antenne radio sono a tratti visibili ad indicare la nostra meta che raggiungiamo alle ore 11. La neve e consistente circa metà del gruppo non ha impiegato le ciaspole ed in discesa indossa ramponcini. La discesa per lo stesso itinerario fino alla Lodranega dove il grosso del gruppo devia con lungo traverso fino alla Malga Cengalino per poi discendere a Le Sole e alle auto alle ore 15.10. Dislivello 950 m sviluppo 20 Km.

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