Monte PAGANO m 2346

Da Monno (Alta Val Camonica – Bs) percorriamo in auto la strada del Mortirolo fino al tornante 12: nel periodo invernale non si può andare oltre. Lì parte la vecchia strada (pedonabile) e in un’ora siamo al Ponte Palù dove staccasi il percorso per il monte Pagano. Stante il poco innevamento, sono ben visibili le opere militari a difesa della “seconda linea italiana” nel corso della Guerra 1915/18, e per questo quasi intatte. La pianeggiante sommità del monte (ore 11.30) è un tappeto di neve ghiacciata, battuta dal vento che agita anche il lacero tricolore, provvisoriamente posto in vetta: chissà se bandiera in memoria della “Grande Guerra” o della “Resistenza”, combattuta qui dalle “Fiamme Verdi” agli inizi del 1945.

Dislivello positivo: m 1200. Distanza percorsa: km 20. Durata escursione: ore 6,40″

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Sulla strada per l’Auccia da Degna

L’intenzione nostra era di raggiungere “Cima AUCCIA” dalla Val Camonica e non dal Maniva in Val Trompia. Per questo abbiamo scelto di partire da “Degna” che è una piccola località sulla “Strada delle Tre Valli” dopo Bienno (Bs) e verso il Passo Crocedomini. Tuttavia, la nostra meta si è fatta irraggiungibile per la troppa distanza e pure per un malanno d’influenza sopraggiunto fra di noi. In ogni modo ne è valsa la pena. Partiamo alle 7.40 per l’itinerario n. 790 raggiungendo Campolaro alle 9.00. L’itinerario è ben segnalato e punta alla “Crapa di Vaia”. Superiamo varie malghe andando su un terreno poco innevato. Quando siamo al “Casinone di Arcina” (m 1766 – ore 11.25) e vedendo assai lontana la croce di “Cima Auccia”, decidiamo di fermarci. Il luogo è piacevole, allegri noi e sempre belle le montagne camune poco innevate. Rattrista, tuttavia, il monte Trabucco completamente annerito da un recente furioso incendio. Ritornando, presso la “Malga Travagnolo” (m. 1495) si diparte una deviazione (n. 790A) che ci porta al punto di partenza senza passare da Campolaro. A Degna arriviamo alle ore 14.30.”

Dislivello positivo: m 1000. Distanza percorsa: km 24 Durata escursione: ore 6,50

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Passi Branchino Gemelli e Mezzeno

Mai una così prolungata assenza di neve sulle nostre montagne! Per questa escursione, abbiamo puntato solo a valicare passi, non fidandoci del ghiaccio – abbondante e insidioso – che gela le rocce. Tuttavia, ne è venuto un bel giro, unendo i noti Branchino e Laghi Gemelli con il Passo di Mezzeno. Partiamo da Valcanale di Ardesio (Bg) alle ore 8.00, prendendo la carrabile per il Rifugio Alpe Corte che presto lasciamo, deviando su sentiero (n. 218) verso l’Alpe NE.VEL. Il paesaggio è nebbioso e suggestivo, l’erba secca e gli abeti sono coperti di brina che – giunti al Passo Branchino (ore 9.50) – sostiamo solo un attimo tirandovi una un’aria gelida. Il sentiero (n 219) scende nella valle, passiamo dalla Casera di Mezzeno (m 1598), per riprendere in salita poco dopo (Cai n. 215), con la benedizione del sole, che trattiene in basso la nebbia. La luce del giorno dà risalto e malinconia al brullo paesaggio: non sembra vero che manchi la neve. Questa appare sul Passo di Mezzeno (m 2142 – ore 11.50), il tratto verso il Passo Laghi Gemelli è innevato, tanto che mandiamo Walter in avanscoperta. Visionata la percorribilità e calzati i ramponi raggiungiamo in noto valico alle ore 12.50. Lungo il sentiero (n. 216) che scende verso Valcanale a tratti indugiamo pigramente al sole… la nebbia ci attese ancor prima di raggiungere le auto (ore 15.00).

Dislivello positivo: m 1480. Distanza percorsa: km 18. Durata escursione: ore 7

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Cime Cunicolo, Vignole e Trentapassi

Punta Cunicolo, Vignole e Trentapassi… andiamo sui monti di casa per un itinerario ai più (di noi) sconosciuto: bello, selvaggio, adatto a escursionisti esperti. Parcheggiamo a Marone (Bs) verso la galleria della vecchia statale sebina. Subito in salita costeggiando il rio Bagnadore. Poi il cartello del Cai ci manda per una acciottolata. Passiamo il B&b “El Giardì”, lì ignoriamo quello d’inizio sentiero n. 264: per esperienza sappiamo che il primo tratto è di non facile identificazione. Continuiamo oltre la “santella” a guardia della sterrata pedemontana per Zone: ci sono le indicazioni. Poi, poche centinaia di metri oltre, prendiamo a sinistra il sentiero che sale deciso, fino ad incontrare quel 264. Si sale sempre! sostiamo un attimo sull’anticima per ammirare la Punta Cunicolo (m1035): sembrerebbe irraggiungibile. Ma il sentiero – tracciato da antica esperienza – con attenti passaggi, si distende (finalmente) sulla guglia calcarea, due ore dopo la nostra partenza. Sosta, contentezza e foto… quindi scendiamo verso il “Forcellino del Gadol”, da dove – andando per creste e selle – superiamo il “Monte Vignole” (m 1095), fino alla meta nostra: la “Corna Trentapassi” (m 1248), ore 3.40 dalla partenza. La cima è molto affollata, d’altronde è una bella giornata, incastonata com’è tra festivi. Per il ritorno decidiamo di percorrere il sentiero che scende a Vello, frazione di Marone, unito a questa da un bel marciapiede e pure sponda del Lago d’Iseo.

Dislivello positivo: m 1300. Distanza percorsa: km 13. Durata escursione: ore 6

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