RIFUGIO TORSOLETO M.2390

RIFUGIO TORSOLETO “BONALI-DUCOLI” M.2390

Parcheggiamo le auto a Loveno a m.1300, un piccolo borgo abitato che si raggiunge salendo dalla Valle Camonica verso il Passo del Vivione. La bella giornata e la temperatura primaverile, già dalle prime ore del mattino, preannunciano quello che poi risulterà essere un’escursione piacevole e divertente. Un veloce sguardo alle cime circostanti, tanto quanto basta per decidere di non avvalerci dell’uso delle Ciaspole. Prendiamo per il segnavia n°160, una mulattiera militare che ci porta oltre un bosco e su, quello se non fosse innevato, un sentiero in spazio aperto. Nelle immediate vicinanze di una malga lasciamo la traccia e saliamo dritti la dorsale del monte dei Matti fino ad una selletta dalla quale, in leggera ascesa, raggiungiamo il Rifugio Torsoleto a m.2390. Ritorniamo optando per un itinerario che prevede, quanto più possibile, la discesa diretta lungo la dorsale meno innevata. Giunti al termine dello spazio aperto ci immettiamo sul sentiero militare che conduce al parcheggio.

Durata escursione h. 07,10   Ascesa totale m.1060

Distanza percorsa Km 14,50

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Monte Alto di Corte Franca m 651

Simpatica gita di un gruppetto di Sempreverdi di bassa quota, su questa bella e tranquilla collina, con vista sul lago d’Iseo, le torbiere del Sebino e la dolce Franciacorta.

Partiti dal parcheggio Acquasplash in via Dalla Chiesa, abbiamo raggiunto l’inizio del sentiero alla fine di via Castello di Colombaro, fino alla località Pianezze e da qui sempre seguendo il sentiero in cresta, la cima con la grande croce di ferro.

Per la discesa, presa la direzione Adro, superato lo Stalù, abbiamo seguito la strada del crinale, mantenendo le deviazioni a sx, poi un ripido sentiero a mezzacosta, sopra la piana di Favento fino al cimitero di Adro, che abbiamo attraversato per visitare la tomba dei fratelli Dandolo, eroi del risorgimento.

In paese, presa via S. Anna, passando per la bella chiesetta affrescata di S Maria in Favento, i nostri passi ci hanno inevitabilmente portato nei vigneti Ferghettina, dove siamo arrivati all’ora giusta per una fresca bottiglia di pas dosé.

Il percorso è terminato attraversando la frazione di Nigoline e da via Calvarole al punto di partenza.

Percorsi 12 km con 500 m di dislivello.

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Bivacco Linge m 2273

Dopo tre mesi risaliamo di nuovo la “Valle delle Messi” (da Santa Apollonia di Ponte di Legno), per raggiungere il “Bivacco Linge” ( 2289 m); ma questa volta con tanta buona neve per tutto il sentiero n° 58. All’inizio essa è una piana solcata dal giovane “Oglio Frigidolfo”. Chiusa in testa e di lato da alte montagne di poco superiori ai tremila metri; sulla fiancata destra s’inerpica la famosa strada del “Gavia”: è per intero nel perimetro del “Parco Nazionale dello Stelvio”. Il tempo tende al bello. Il sole già fa sudare, che ci alleggeriamo d’indumenti arrivando al “Rifugio Valmalza” (1998 m). Continuando (per esperienza) sul tracciato del sentiero n° 58, nascosto da un ottimo strato di neve gelata, troviamo qualche difficoltà a superare il ripido gradino roccioso che porta verso il vasto ripiano del “Bivacco Linge”. Ed esso è lì, essenziale, come può esserlo una ex malga riadattata. Sta adagiato nella neve e guardato dall’alto dall’imponente “Punta di Pietrarossa”. Noi ci sistemiamo esternamente esposti al bel sole, occupando tutto il fronte del rustico edificio.

Ripartiamo in lunga fila risalendo i dossi innevati per immetterci (in alto) nel vallone che il sentiero estivo abbandona circa a metà: quello da noi percorso. Sarebbe il tragitto invernale, ma si precede per esperienza. E per esperienza… con la nebbia ci si può smarrire. Ma oggi è un giorno tanto bello che non si vorrebbe scendere verso valle. Il largo canalone innevato induce tutti ad inventarsi un proprio veloce itinerario e ben presto siamo al “Rifugio Valmalza”. Poi, piu lentamente, a “Santa Apollonia”.

Dislivello positivo: 825 m – Distanza percorsa: 15,1 km – Durata escursione: 5:25 ore.

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DA LIZZOLA M.1250 A MONTE SASNA M.2229

LIZZOLA -MONTE SASNA

Dal parcheggio a monte del campetto da sci di Lizzola, frazione di Valbondione in Val Seriana (BG), calchiamo la traccia che attraversa l’ampio prato fino ad un segnavia, dipinto sul tronco di un albero, che indica la direzione per il Passo della Manina. Il percorso, immerso in un suggestivo contesto invernale, è indubbiamente meta frequentata da ciaspolatori e scialpinisti che amano integrarsi con l’ambiente che li circonda. Proseguiamo lungo il tracciato percorso in precedenza da alcuni scialpinisti, mantenendoci a destra lungo la Valle dell’Asta che seguiamo fino all’omonima Baita Alta a m.1732. Oltrepassiamo la Baita deviando a sinistra e fuori traccia, lungo un traverso in leggera ascesa, raggiungiamo la chiesetta del Passo della Manina dedicata alla Madonna Pellegrina, ubicata a m.1821 e poco sotto il Passo a m. 1799. Seguiamo la linea di cresta e superate alcune spaccature nel terreno, in zona mineraria, risaliamo il crinale che porta alla croce dell’anticima a m. 2205 e poco più avanti alla sommità del monte Sasna a m.2229. Discendiamo dalla cima per l’itinerario percorso in precedenza che abbandoniamo poco sotto la chiesetta, dove svoltiamo a destra per il sentiero n°307 che ci conduce, passando per la Baita Asta Bassa a m.1426, al parcheggio di Lizzola.

Condizioni meteo ottime, temperatura gradevole, condizioni del manto nevoso buone.

Ascesa totale m.1050. Distanza percorsa Km 11,50.                          Durata escursione h.06,16

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Piz Tri m 2308

Una giornata magnifica ha benedetto questa gita al Piz Tri, come potrete vedere dalle foto e dal filmato di Eligio.

Siamo partiti in un gruppo molto numeroso, da via Calzaferro, circa un km dopo l’abitato di Loritto, trovando subito neve ghiacciata, quindi ciaspole ai piedi.

Dopo un tratto della mulattiera, alle cascine Brunò, una palina segnaletica indica il sentiero 95 con tempo 3 ore e 30′ al Piz Tri.

Forse per la consistenza del gruppo, non da tutti è stato seguito lo stesso percorso nella parte iniziale, ma, tranne un piccolo numero di “anziani” che si sono fermati a circa 200 m dalla vetta, si è potuto ammirare lo spettacolo offerto dalla nostra impareggiabile alta valle Camonica.

Al ritorno, dallo stesso percorso, un’ottima birra in compagnia, a Malonno.

Dislivello 1200 m e 15 km percorsi nella splendida neve

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