MONTE BRONZONE M.1334

MONTE BRONZONE DA PREDORE

Giunti a Predore, comune sulla sponda occidentale del Sebino, parcheggiamo le auto nella piccola piazzetta a fianco della chiesa parrocchiale e imbocchiamo la ripida e stretta strada che percorre l’abitato fino ad un capitello con portale. Proseguiamo a destra, sempre su carrozzabile, per località Prade dove, su indicazione probabilmente mal interpretata fornitaci da un abitante, calchiamo un “sentiero” più verosimilmente accomunato ad un canale, assoggettato allo scolo di acque piovane. Lasciamo la via consigliataci e risaliamo dritti un castagneto che ci immette su un comodo sentiero a discendere la valle, per poi risalire il versante opposto a intercettare e percorrere la forestale “località Colombera”. Incrociamo la forestale “località Chierico” che seguiamo per un breve tratto, poi attraverso appostamenti fissi e area boschiva raggiungiamo il Col d’Oregia a m. 820. Passiamo a sinistra dell’erboso Colle De La Rola m. 966 e giunti alla sella, posta alla base del crinale che scende dalla vetta, prendiamo a sinistra su strada sterrata attraverso il sottobosco che porta alla cresta meridionale. Ora saliamo in ripida pendenza su roccette e l’ampio prato sommitale che porta in vetta a m. 1334. Ritorniamo al Col De La Rola e per segnavia n°701, passando per La Rolla, raggiungiamo il Colle del Giogo a m.811 dove è ubicata una ex chiesa, ora privata, in non perfetto stato di conservazione. Scendiamo a Predore per CAI n°735, poi su CAI n°708 fino all’incrocio per San Gregorio dove facciamo tappa al santuario della Madonna della Neve.

Durata escursione h. 06,17 Distanza percorsa km 16,5

Ascesa totale m.1315

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CORNA TRENTAPASSI DA VELLO DI MARONE

Corna Trentapassi  per la via normale “Direttissima”

Dall’abitato di Vello, piccolo centro abitato sulla sponda orientale del Sebino, attraversiamo la ex S.S.510 e ci immettiamo sul sentiero CAI 263 che sale fra prati terrazzati fino ad una santella. Ora la risalita si fa meno ripida, il percorso si addentra nel bosco e raggiungiamo una piccola radura dove è ubicata la chiesetta della Madonnina a m. 385. Proseguiamo in direzione nord/est e risaliamo il Dosso di Crecole. Il sentiero, ormai su spazio aperto, si svolge su roccette e qualche traverso erboso, a tratti esposto, lungo la dorsale nord che ci porta alla cima a m.1248. Parte del gruppo è salito in vetta da Cusato (Zone), non appena ricongiunti proseguiamo l’escursione in direzione Forcelle, fino all’incrocio con CAI 229 che seguiamo fino all’abitato di Zone. La gita prevede la sosta al ristorante “il Reduce” per poi continuare passando per il Parco delle Piramidi di Zone, località Cislano, fino a Marone e per ultimo costeggiando un tratto di lago raggiungiamo Vello. Giornata primaverile, soleggiata con vista panoramica sul lago D’Iseo.

Tempo di risalita alla Corna Trentapassi h. 2,00

Ascesa m. 1040     Distanza percorsa Km 3,950

Distanza percorsa intera escursione Km 15

Ascesa totale m. 1150 – Durata escursione h. 7,35

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PIZZO ZERNA M.2572

Da Carona a Pizzo Zerna M.2572

Lasciamo le auto al parcheggio nei pressi delle ultime case di Carona in Val Brembana e seguiamo una mulattiera che ci immette su una stradina asfaltata fino al piccolo borgo di Pagliari. Ora su strada sterrata passiamo accanto alla cascata di Val Sambuzza, per poi raggiungere la località Dosso, dove sulla sinistra imbocchiamo il sentiero n°209. Il percorso, ora innevato, attraverso il bosco ci porta sopra la cascata e più avanti alle Baite della Forcella a m. 1570. Passiamo poi per la Baita Vecchia a m. 1862 e successivamente per Baita Arale a m. 1985. Ora il sentiero, sempre più innevato, prosegue su una vecchia mulattiera militare che ci conduce alla Baita del lago, a m. 2092, ubicata poco sopra il Lago di Val Sambuzza e al Bivacco Pedrinelli a m. 2353. Qui abbandoniamo zaino e bastoncini e muniti di ramponi e piccozza raggiungiamo il Passo di Publino a m.2368. Svoltiamo a destra per il crinale di cresta e con parecchie perplessità lo risaliamo fino a quota m. 2442, per poi decidere di desistere dall’intento di raggiungere la cima del Pizzo Zerna. Le condizioni odierne della neve, a nostro parere, non sono sufficientemente sicure da permetterci una risalita in tutta sicurezza. Ritorniamo a Carona per lo stesso itinerario percorso in precedenza.

Distanza percorsa Km 17,100    Durata escursione h. 06,36

Ascesa m. 1319

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Punta Alta Corno di Predore m 953

Gita fuori dalla porta di casa per un piccolo gruppo di Sempreverdi, in alternativa alla ferrata Medale, scelta per la giornata di oggi.

Parcheggiato alla fontana di via Chiodi, si sale al santuario Madonna della neve in San Gregorio, percorrendo gli oltre 200 scalini e proseguendo lungo la ripida strada cementata, fino al bivio con indicazione Sentiero alto del corno (733), dove inizia lo spettacolare tratto panoramico sul Sebino, splendente in questa limpida giornata, si giunge alla località Case il monte, sopra l’abitato di Gallinarga, dove a sx parte il sentiero 707 che raggiunge Punta Alta, eccellente punto panoramico sul lago e sulle Orobie.

Dopo piccola sosta e numerose fotografie, proseguendo il 707, che scende in una bella zona boschiva, in un caleidoscopio di ellebori, viole, pervinche e primule, si giunge al bel quartiere abbandonato, con annessa chiesetta, del Colle del Giogo (col del zuf).

Da qui dopo un allegro picnic, siamo tornati a Predore con il sentiero 735.

Percorsi 10 km con 800 m di dislivello, in 5 ore e 15 minuti.

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Ferrata Corno di Medale

VIA FERRATA DEL MEDALE

Parcheggiamo le automobili in via Paolo VI a Laorca, il rione più settentrionale della città di Lecco e ci incamminiamo lungo la stradina che passa nei pressi del vecchio cimitero, per poi immetterci su un tratto di strada cementata protetta da reti para massi. Poco più avanti incrociamo il sentiero CAI n° 58 che attraverso il bosco, in alternati saliscendi, ci porta all’attacco della ferrata. L’intera via è ben protetta. La catena e il cavo d’acciaio in aggiunta alle buone prese naturali, se utilizzate, permettono un agevole risalita.  Raggiunta la croce di vetta, a m.1029, seguiamo la traccia di sentiero in direzione nord, dove giunti ad una sella svoltiamo a destra per sentiero n°56, che scende ripido e scivoloso lungo il bosco fino ad intercettare la parte iniziale dell’itinerario di partenza.

Ascesa m.600   Distanza percorsa Km 6,200

Durata escursione h.05,20

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Cime Comer m 1279 e Denervo m 1459

Da Muslone a Cima Comer e Monte Denervo

Muslone m. 462, una frazione del comune di Gargnano, punto di partenza della nostra escursione diretta alla cima Comer e al monte Denervo. Lasciamo le auto nel capiente parcheggio lungo il rettilineo che conduce, nelle immediate vicinanze, alle prime case del piccolo centro abitato di Muslone. Passata la chiesa e una piccola piazzetta prendiamo a sinistra per una stretta viuzza fino all’incrocio con il sentiero n°45 o “sentiero del Luf” che offre a tratti squarci panoramici del lago di Garda. Lo risaliamo poco oltre un grosso masso che, ben assicurato con funi metalliche, ne preannuncia la fine. Incrociamo il CAI n°31 che percorriamo in direzione Comer, una salita con discreta pendenza che ci porta sulla cima a m.1279. Proseguiamo sul CAI n°31 fino all’incrocio con il segnavia n°32, in direzione Denervo, che risaliamo dritti fino alla croce della cresta sud del monte Denervo a m.1436 e alla cima nord a m.1459. Discendiamo da un’ampia radura e siamo a Malga Denervo a m.1373, dove mantenendoci sulla destra orografica seguiamo il sentiero n°35 in direzione Muslone. Raggiungiamo Case Piazze a m.1111 e percorriamo, ora CAI n°36, una carrozzabile, inizialmente sterrata, in ripida discesa cementata fino all’abitato di Muslone.

Durata Escursione h. 05,37   Ascesa Totale m.1120

Distanza percorsa Km 12,00

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RIFUGIO TORSOLETO M.2390

RIFUGIO TORSOLETO “BONALI-DUCOLI” M.2390

Parcheggiamo le auto a Loveno a m.1300, un piccolo borgo abitato che si raggiunge salendo dalla Valle Camonica verso il Passo del Vivione. La bella giornata e la temperatura primaverile, già dalle prime ore del mattino, preannunciano quello che poi risulterà essere un’escursione piacevole e divertente. Un veloce sguardo alle cime circostanti, tanto quanto basta per decidere di non avvalerci dell’uso delle Ciaspole. Prendiamo per il segnavia n°160, una mulattiera militare che ci porta oltre un bosco e su, quello se non fosse innevato, un sentiero in spazio aperto. Nelle immediate vicinanze di una malga lasciamo la traccia e saliamo dritti la dorsale del monte dei Matti fino ad una selletta dalla quale, in leggera ascesa, raggiungiamo il Rifugio Torsoleto a m.2390. Ritorniamo optando per un itinerario che prevede, quanto più possibile, la discesa diretta lungo la dorsale meno innevata. Giunti al termine dello spazio aperto ci immettiamo sul sentiero militare che conduce al parcheggio.

Durata escursione h. 07,10   Ascesa totale m.1060

Distanza percorsa Km 14,50

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Monte Alto di Corte Franca m 651

Simpatica gita di un gruppetto di Sempreverdi di bassa quota, su questa bella e tranquilla collina, con vista sul lago d’Iseo, le torbiere del Sebino e la dolce Franciacorta.

Partiti dal parcheggio Acquasplash in via Dalla Chiesa, abbiamo raggiunto l’inizio del sentiero alla fine di via Castello di Colombaro, fino alla località Pianezze e da qui sempre seguendo il sentiero in cresta, la cima con la grande croce di ferro.

Per la discesa, presa la direzione Adro, superato lo Stalù, abbiamo seguito la strada del crinale, mantenendo le deviazioni a sx, poi un ripido sentiero a mezzacosta, sopra la piana di Favento fino al cimitero di Adro, che abbiamo attraversato per visitare la tomba dei fratelli Dandolo, eroi del risorgimento.

In paese, presa via S. Anna, passando per la bella chiesetta affrescata di S Maria in Favento, i nostri passi ci hanno inevitabilmente portato nei vigneti Ferghettina, dove siamo arrivati all’ora giusta per una fresca bottiglia di pas dosé.

Il percorso è terminato attraversando la frazione di Nigoline e da via Calvarole al punto di partenza.

Percorsi 12 km con 500 m di dislivello.

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Bivacco Linge m 2273

Dopo tre mesi risaliamo di nuovo la “Valle delle Messi” (da Santa Apollonia di Ponte di Legno), per raggiungere il “Bivacco Linge” ( 2289 m); ma questa volta con tanta buona neve per tutto il sentiero n° 58. All’inizio essa è una piana solcata dal giovane “Oglio Frigidolfo”. Chiusa in testa e di lato da alte montagne di poco superiori ai tremila metri; sulla fiancata destra s’inerpica la famosa strada del “Gavia”: è per intero nel perimetro del “Parco Nazionale dello Stelvio”. Il tempo tende al bello. Il sole già fa sudare, che ci alleggeriamo d’indumenti arrivando al “Rifugio Valmalza” (1998 m). Continuando (per esperienza) sul tracciato del sentiero n° 58, nascosto da un ottimo strato di neve gelata, troviamo qualche difficoltà a superare il ripido gradino roccioso che porta verso il vasto ripiano del “Bivacco Linge”. Ed esso è lì, essenziale, come può esserlo una ex malga riadattata. Sta adagiato nella neve e guardato dall’alto dall’imponente “Punta di Pietrarossa”. Noi ci sistemiamo esternamente esposti al bel sole, occupando tutto il fronte del rustico edificio.

Ripartiamo in lunga fila risalendo i dossi innevati per immetterci (in alto) nel vallone che il sentiero estivo abbandona circa a metà: quello da noi percorso. Sarebbe il tragitto invernale, ma si precede per esperienza. E per esperienza… con la nebbia ci si può smarrire. Ma oggi è un giorno tanto bello che non si vorrebbe scendere verso valle. Il largo canalone innevato induce tutti ad inventarsi un proprio veloce itinerario e ben presto siamo al “Rifugio Valmalza”. Poi, piu lentamente, a “Santa Apollonia”.

Dislivello positivo: 825 m – Distanza percorsa: 15,1 km – Durata escursione: 5:25 ore.

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