Pietra Parcellara m 866 e Pietra Perduca m 659

A distanza di 2 anni, siamo ritornati col gruppo B alla pietra Parcellara e alla pietra Perduca, oggi la giornata è stata un po’ meno limpida e il panorama più diafano, ma la bellezza e la magia di questi luoghi sempre intatta.

Raggiunta in auto la frazione di Donceto del comune di Travo PC, poco fuori l’abitato abbiamo parcheggiato nel piccolo spiazzo alla partenza del sentiero 167, che da ripida stradina sterrata, diventa un ombreggiato sentiero boschivo fino alle prime rocce e subito un bel pulpito panoramico sulla val Valtrebbia.

Giunti al bivio, fra le due possibilità di salita, siamo voltati a dx per il percorso roccioso, che riserva un’ initterrotta serie di scorci panoramici e divertenti arrampicate su facili rocce, che ci hanno portato alla bella croce di vetta in ferro battuto, purtroppo avvolti in una nuvola di formiche volanti che proprio oggi hanno deciso la loro festa della fecondità.

Come ricordato da Eligio nel video, non si è vista la capretta che ci aveva accolto e accompagnato nella gita precedente e arrivati in vetta, sulla croce una sua fotografia a perenne ricordo, ci ha confermato la brutta notizia della dipartita. Non poco onore si è guadagnato il simpatico quadrupede.

Scesi dal sentiero a nord, dopo piccola sosta all’oratorio Parcellara, abbiamo proseguito verso dx per pietra Perduca, che si presenta scura e avvolta nella sua aura magica all’uscita dal bosco, con incastonato l’antichissimo oratorio di Sant’Anna del X secolo.

Altra interessante curiosità di questa strana grande roccia magmatica, sono alcune vasche squadrate scavate, nella cui acqua dovrebbero vivere, secondo il pannello informativo, dei rari tritoni, che però noi non siamo riusciti a vedere.

Dopo la sosta picnic, un gradevole sentiero orizzontale nei campi inclinati, ci porta, attraversando la piccola frazioncina Montà, sulla strada rurale asfaltata e l’anello si chiude al punto di partenza.

Percorso 7,5 km in 4 ore e 30 min con 530 m di dislivello.

Foto

GPS

Mappa Google

FERRATA OTTORINO MARANGONI DI MONTE ALBANO

FERRATA OTTORINO MARANGONI MONTE ALBANO MORI

Giunti a Mori (TN) parcheggiamo le auto nelle immediate vicinanze di piazza Cesare Battisti, dove in corrispondenza di un involto ha inizio la stradina che porta al Santuario di Monte Albano e da li ha poco il sentiero che conduce alla via ferrata Ottorino Marangoni. Affrontiamo il primo salto roccioso appositamente privo di attrezzature, l’attacco della via è posto qualche metro più in alto,  e risaliamo la prima sezione, attraverso una serie di camini e brevi traversi attrezzati con numerose staffe. Traversiamo a sinistra per la grande cengia di metà parete. Saliamo un nuovo camino, poi una traversata  a sinistra che percorre buona parte della parete e infine una sequenza di placche e diedri verticali, a volte strapiombanti, ci portano fuori dalla ferrata. Discendiamo seguendo il comodo sentiero, segnalato, di rientro.  La via è ben attrezzata, richiede comunque una buona preparazione atletica, mentre la roccia è spesso lucida.

Durata escursione h. 3,30

Ascesa dislivello + m. 411

Distanza percorsa Km. 4,500